Uno sconfinato arenile di sei chilometri, una
torretta in legno un po’ scrostato, dove sta di vedetta il lifeguard/bagnino. Qualche
cabina male in arnese. Una casetta, sempre in legno dall’aria fatiscente. Sulla
balaustra, che circonda il giardinetto, l’insegna Food lascia capire che nella bella stagione
funziona da ristorante. Le due O di food sono le ruote di una bicicletta lì
appoggiata. Più lontano uno strano peschereccio. Anche se potrebbe sembrare,
non siamo in California, ma a Silvi in Abruzzo, in autunno inoltrato. In
effetti i due luoghi hanno una
caratteristica in comune, e cioè lo stesso altissimo numero di giornate di
sole. Non è un caso che un famoso marchio di lenti inizialmente scure, tra le
più rinomate del mondo, sia nato e abbia una fabbrica proprio qui. Se la
spiaggiona può avere molti punti di contatto, a parte le onde che non
raggiungono mai quelle del Pacifico, impossibile trovarne altri, quando ci si
addentra nell’abitato di Silvi, considerata ai primi del Novecento una delle
tre marinerie più importanti d’Abruzzo e definita dal pescarese Gabriele
D’Annunzio La perla dell’Adriatico.
Ad albergoni anonimi e dall’architettura discutibile si alternano case inizio
secolo scorso con un certo fascino rétro.
E anche la via che corre parallela è quanto mai italiana, disseminata di
locali e zeppa di folla durante l’estate, quasi deserta fuori stagione, con
quel piacevole e inaspettato profumo di menta che esce dalla fabbrica di Saila,
nota per le caramelle, la liquirizia e i
chewingum. Per non parlare del centro, arroccato su una collina di 300 metri.
Del Castrum Silvae non ha più niente, a parte le due
acquasantiere nella chiesa di S.Salvatore, che qualcuno sostiene facessero
parte di un tempio romano. Per il resto l’impronta è medioevale anche se con
diversi rifacimenti. Nella struttura delle strette vie, in quel che resta di
alcuni palazzi nobiliari e nelle chiese. Come quella di San Salvatore, appunto,
costruita intorno al 1100, ma oggetto di successivi interventi,soprattutto
barocchi, all’interno. Del sedicesimo secolo la vicina Chiesa di S.Rocco. Sebbene rimaneggiata
con un campanile a vela tipico ottocentesco, conserva svariati elementi barocchi, tra cui il
S.Rocco in legno dell’altare.
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