|
Sandalo Spike di Max Kibardin |
|
Abito Nudress di Gentucca Bini |
|
Abito Bruco di Moi Multiple |
Niente A come Armani, B come balza, o S come
spolverino. Nel Nuovo Vocabolario della
Moda italiana non si trovano le spiegazioni e i sinonimi di parole o le
biografie di personaggi. Perché è una mostra. Inaugurata ieri alla Triennale di
Milano prosegue fino al 6 marzo. Racconta in tutti i suoi aspetti, con personaggi e interpreti, la moda italiana dal
1998 a oggi. Dalla diffusione di Google che segna l’inizio dell’era digitale
all’anno in corso, passando per la crisi mondiale del 2008 che ha coinvolto
tutti e ha spinto al rinnovamento. L’esposizione, curata da Paola Bertola e
Vittorio Linfante, si articola in tre sezioni. Narrazioni è dedicata a ciò che ruota intorno alla moda,
dall’illustrazione e la fotografia ai nuovi media, dall’editoria specializzata
alla video arte. Biografie, com’è
intuibile, traccia la storia di stilisti e marchi che in questi vent’anni hanno
recuperato le tradizioni, riscrivendole con la tecnologia e i linguaggi
contemporanei. E poi il vero e proprio Vocabolario,
cioè un percorso attraverso varie sale, ognuna con un tema chiave. Da Archetipo da cui derivano le attuali proposte,
essenziali ed esemplari, a Costruzione con
capi o accessori frutto di combinazioni. Da Dettaglio,
che va da un tocco di asimmetria a un volant
inaspettato, a Laboratorio dove il
legame con il sartoriale e l’artigianato è molto forte. Da Materia, dominata dalla ricerca dei materiali, a Ornamento con l’applicazione di elementi
a sorpresa, come espressione del rinnovamento. Da Superficie, in cui le
geometrie sono viste in tutte le accezioni fino all’etnico, a Uniforme che ribadisce l’appartenenza a
una categoria, si rifà al mondo del lavoro o guarda allo street style. Da vedere quindi in un allestimento-installazione capi da uomo e da donna, scarpe, borse,
zainetti, gioielli, occhiali. Tutti disegnati e prodotti da brand e stilisti, dal 1998 in poi.
E non da giovani o da emergenti, termini che i curatori non hanno giustamente voluto
utilizzare. La mostra è dedicata a Elio
Fiorucci. Non un omaggio alla memoria, come ha spiegato Eleonora Fiorani,
curatore del settore moda della Triennale, ma
un tributo di riconoscenza a uno dei più grandi innovatori a livello
internazionale.
Nessun commento:
Posta un commento