UN TRAM CHE SI CHIAMA…
…non desiderio, ma ricordo. Ed è il tram del
ricordo quello che ha messo in scena a
Milano l’Ente del Turismo Sloveno. Per rievocare, a distanza di cent’anni, l’inizio delle battaglie sul fiume Isonzo, che hanno coinvolto italiani e
sloveni. Assolutamente senza retorica, anzi
con spunti di garbato quanto rispettoso
humour. Tutto si è svolto nel giro di
un’ora su uno dei vecchi tram milanesi, trasformato in una stanza del Museo di
Caporetto. In alto, dove normalmente ci sono le pubblicità, sono state inserite foto dei luoghi della guerra, con esaurienti didascalie. Alla
partenza, come all’arrivo, una coppia di
ballerini di rara bravura, dato l’esiguo spazio del tram dove si è esibita, ha inscenato il momento degli addii. Durante
il viaggio per le vie del centro storico una cantante, accompagnata da un
suonatore di fisarmonica e un
chitarrista, ha interpretato, davvero con
sentimento, vecchie canzoni . Solo
qualche breve interruzione per spiegare come
il teatro di guerra sia diventato una piacevole meta per tour nel verde
e gastronomici. A raccontarcelo gestori di trattorie, proprietari di
cantine, responsabili dell’ente del turismo, vestiti come i soldati di allora e
le crocerossine. Si è così scoperto come si può fare un pasto completo passando
da un locale all’altro, per assaporare le diverse specialità locali . E all’arrivo in Piazza Fontana se ne è avuto un assaggio. In un
bivacco improvvisato, fra mortaretti effetto spari , a disposizione per gli
ospiti un tipico, squisito, piatto povero a base di patate, pancetta e
ricotta, accompagnato da un ottimo Ribolla.
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