C’è chi sostiene che c’è un’affinità tra cucinare e preparare uno spettacolo. In entrambi i casi si lavora intensamente
( per ore
nel primo caso, per settimane o mesi nel secondo) e in pochissimo tempo (minuti
o ore) il risultato si esaurisce. Ci
sono teatranti professionisti che sono diventati ristoratori.
E non solo perché lo show cooking
è ormai una forma di spettacolo e gli chef sono i nuovi maître-à-penser. Per alcuni
il linguaggio teatrale ha allargato il vocabolario con le parole legate al
cibo. In fondo le grandi tavole del passato sono state una prima forma di
rappresentazione scenica. Il rapporto
fra teatro e cibo è il soggetto del dossier dell’ultimo numero di Hystrio,
trimestrale di teatro e spettacolo, in edicola in questi giorni. Curato da
Claudia Cannella, direttore della testata, e Laura Bevione, analizza l’irresistibile e atavica attrazione tra
i due elementi. Particolarmente d’attualità in questo momento di Expo, dedicato
al nutrire il pianeta. Filo conduttore la curiosità e la voglia di scoprire aspetti nuovi e ignorati del teatro
ma anche l’esplorazione di inedite chiavi di lettura. Nessuna caduta nel
didascalico, ma una grande attenzione al
contemporaneo anche come filtro per i classici.
Dal Falstaff per l’incontro tra cibo e lirica alle performance di Marina Abramovic o Vanessa
Beecroft per quello fra cibo e arte. Dai
festival intorno a questo tema alle recensioni gastronomiche in cui uno
spettacolo è trattato come un piatto. Interessanti le testimonianze. Giuseppe Battiston (v.foto in alto)parla del suo ottimo
rapporto con il cibo e come questo, intrecciato
alla passione per il teatro, abbia condizionato la sua vita. Al contrario Paolo
Poli (v.foto), indifferente all’argomento,
racconta la sua esperienza di
voce recitante per l’audiolibro di Pellegrino Artusi. A chiudere il dossier un dettagliato elenco delle
compagnie teatrali che hanno fatto del cibo il soggetto dei loro spettacoli,
numerose in Italia, specie al nord, e rare
all’estero. E un articolo sui testi teatrali che usano la tavola come
provocazione, contro la compulsione al
consumo e lo spreco della società occidentale.
Di cui ottimo esempio è Note di Cucina di Rodrigo Garcia, da oggi al 31 maggio ,all’Out Off di Milano.
Gustoso, questo pezzo. Foto e impaginazione comprese.
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