Foto in copertina di "Baleari" |
Esiste un viaggiatore
ideale? Le categorie di viaggiatori sono tali e tante che è
difficile fare delle valutazioni. Le più conosciute, tra l’altro, sono
spesso le peggiori. Dai “bulimici” e i
“compulsivi” che devono vedere tutto, qualsiasi sia il tempo a disposizione, ai
“primatisti” il cui unico interesse è mettere la bandierina. Si sovrappongono, spesso, ai “pacchi” che guardano solo
quello che gli si dice di guardare, lo considerano un sostitutivo della TV e
riportano la vita di sempre a migliaia di chilometri da casa. O ancora gli
“aneddotici” che giunti alla meta non
danno neanche un’occhiata all’oggetto, al monumento, al paesaggio in questione,
ma leggono sulla guida tutte le informazioni in proposito, soffermandosi
soprattutto su dettagli inutili e date. Non necessariamente per riferirle ai
compagni di viaggio.
Non sono fatte per loro le
nuove guide, sempre più attualizzate, attente ai cambiamenti e a mettere in
evidenza realtà in trasformazione. C’è un fiorire di guide specialistiche,
adatte a chi vuole soffermarsi solo su certi aspetti di un paese o di una
località. Come quelle di una città attraverso le location cinematografiche, piuttosto che i luoghi citati in un
romanzo o in una certa letteratura. Oppure ancora seguendo i percorsi di un
pittore, ovviamente figurativo, e i paesaggi che l’hanno ispirato. Ma anche una
guida, apparentemente classica, può riservare delle sorprese, con pagine da
leggere come un romanzo. Così in “Baleari” di Pietro Tarallo (ed.Ulysse Moizzi)
appena uscita, ci si può divertire con curiosità-scoop o avere indirizzi
sofisticati per dove dormire. E non solo nella understatement Minorca, ma
perfino a Ibiza regno delle nuove discoteche-hotel.
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