Un libro intero sul pane toscano?
Ma non è un po’ troppo? Poi, quasi immediatamente, viene in mente che è uno dei
pochi pani conosciuti dappertutto e non solo in Italia. Non esiste un pane
lombardo, anche se la michetta è molto milanese, né un pane laziale anche se ci
sono sicuramente dei tipi di pane particolari a Roma, Viterbo, Latina. Il pane
toscano ha una sua identità precisa, forse dovuta all’assenza di sale. Basta
pensare che serve a fare prelibatezze come panzanella e bruschette e allora si
capisce come può diventare il soggetto di un libro. Come appunto “Pane Toscano”
di Ornella D’Alessio (Moroni Editore). La scritta sulla copertina in alto “Tutti
i segreti del pane toscano e 20 ricette tradizionali” mette sull’avviso che se
ne parla in modo concreto, senza dispersioni retoriche o deviazioni di tipo
nostalgico. Anche se quelle righe in
basso sulla sinistra, che iniziano con “Onora il padre” potrebbero fare ricredere e
generare preoccupazione. Ma basta continuare a leggere per cogliere una smitizzante e stuzzichevole
ironia. Confermata dalla firma di chi le ha scritte: Andrea Camilleri. Nella
prefazione del libro, pur parlando del pane come di una specie di madeleine
proustiana intrisa di ricordi, lo scrittore non ha
compiacimenti letterari, ma racconta in un modo che invoglia alla lettura. Soprattutto con quella frase finale riguardo alle foto di Cesare Moroni,
editore-fotografo, e Bruno Buchi: “Sono così vive e così amorevolmente curate
che ti pare di sentire provenire da esse il profumo del pane, la croccantezza
del pane, e ti viene l’acquolina in bocca”. Assolutamente coerente il testo di Ornella D’Alessio con
Sergio Rossi. Da cui traspare la curiosità e la precisione informativa del
giornalista, ma anche la capacità di apprezzare i piaceri del palato.
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