Otto figure in tuta bianca camminano in fila indiana, i
volti coperti da maschere di cartapesta, con le sembianze animaloidi. Li precede una nona figura vestita di una tunica beige. Prendono posto
su sedie disposte a semicerchio, intorno
a un televisore. Proprio come intorno a un camino. E a conferma della
simulazione, sullo schermo c’è un fuoco con un crepitio sempre più forte, fino
a coprire le note della Sesta di Beethoven. Il guru dalla tunica beige rompe
l’immobilismo e inizia a muovere le mani impercettibilmente. Le sue dita, come
i rami del fuoco, sembrano seguire il crepitio. Qualcuno lo imita. Dopo una
ventina di minuti si alzano e in fila si
dispongono lungo la parete bianca, prima di uscire di scena. E’ la performance
di Ben Patterson “Omaggio a Nam June Paik” che ha inaugurato ieri la personale
dell’artista coreano “The future is now” (fino al 2 marzo alla Fondazione
Pierluigi e Natalina Remotti di Camogli). Elemento centrale della mostra, curata da Francesca Pasini con
Caterina Gualco, il video-tv, visto in tutte le sue implicazioni, usi,
percezioni. Con uno sguardo che passa dall’ironia all’attenzione al dettaglio,
dalla critica al divertimento. Lo schermo emanazione di immagini, suoni,
emozioni è dappertutto. Spunta dalla buca di una cassetta delle lettere.
Minuscolo funge da stoppino per una lanterna rossa. E’ guardato da un Buddha,
ma anche da due rane di pietra. Salta fuori all’improvviso in un collage
multicolore. E’ sfondato da una maschera tribale africana. O ancora, è il
monitor chiuso nella gabbia di “Cage in Cage”, con
frammenti di un dialogo tra John Cage e Paik. E’il video dalle mille
facce che ruota nel mondo, prende, coinvolge, trasforma, ipnotizza. Proprio come accade agli animaloidi del
tableau vivant di Patterson (è lui il guru in beige). “Non ho idea perché ci ho
messo tanto a capire le affinità tra la mia performance (ha dieci anni) e il
lavoro di Nam June che sicuramente ha ispirato quest’opera. In ogni caso,
appena ci sono arrivato, ho subito aggiunto
al titolo la frase “Omaggio a Nam June Paik” commenta Patterson, in mostra con le sue opere alla galleria Unimedia
Modern di Genova (www.unimediamodern.com)
fino a fine gennaio.
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