“Gli animali non sono stati maltrattati” si legge
nei titoli di coda di molti film. E spesso
ci si domanda dove era l’animale e si scopre che era un gatto che si intravvede per pochi secondi. Come avrebbero potuto fargli del male? E poi anche se non si è mai
stati su un set, ci si rende conto che per girare la scena con quel flash del gatto ci sono volute
ore, magari un giorno intero o più
giorni. E che quindi quel gatto è stato sul set parecchio tempo. Ha bevuto,
mangiato, avuto una lettiera per i bisogni, ha avuto contatti umani, nel senso
con l’umano ecc. ecc. Per venire maltrattati sul set non occorre essere
Rex, basta essere una marginalissima
comparsa. Anzi gli animali più sono protagonisti, più sono oggetto di cure e attenzioni. Il
pastore tedesco che interpretava il primo Rex, per esempio, negli studios di
Vienna aveva a sua disposizione un intero camerino con zampa sulla porta, invece del nome come gli
altri attori. Dato che non si serviva di controfigure, quando provava i salti dai container, per terra venivano messi dei materassi per attutire i colpi e
abbassare l’altezza, che venivano tolti, naturalmente, quando si "girava".
Comunque un animale si può maltrattare trattandolo come un giocattolo, una bambola,
un manichino, provando a vestirlo, ridicolizzandolo, mettendogli gli
occhiali… Alt! Il border collie della foto non è stato maltrattato. Gli occhiali
sono stati aggiunti dopo con un fotomontaggio,
che tutti possono fare non solo sui cani ma anche sulle persone andando sul sito www.alerodesign.com e poi sull’applicazione indicata con la macchina
fotografica. Presto gli occhiali
coloratissimi e indistruttibili di Al e Ro Design saranno venduti online e con l’app si potrà
provare sulla propria foto tutti modelli di tutte le linee.
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