Ermanno Scervino |
Giorgio Armani |
Finito Pitti
e le sfilate di Milano, ci si chiede cosa significa l’eleganza maschile.
Si sono visti, soprattutto a Firenze, capi funzionali, realizzati con materiali inediti e dettagli
tecnologici. E anche abiti improntati alla più alta sartorialità, accessori
dove l’elevata artigianalità è ancora evidente.
Ma cosa occorre a un uomo per essere elegante? Verrebbe da rispondere che è come il coraggio,
che uno non se lo può dare. Eppure oltre
all’innato, forse l’elegante si può in parte costruire. Giorgio Armani nella
sua collezione dice di aver messo un soffio di gentilezza, addirittura di
tenerezza. L’uomo non deve più essere aggressivo. Anche con i vestiti si può aiutare a vivere
meglio. Oltre al solito blu Armani e ai grigi ci sono molti capi,
anche completi, bianchi “Il bianco è a doppio taglio”. E’ rétro, ricorda uno
stile di vita nelle ville degli anni Venti. Difficile farlo diventare di classe
nel mondo in cui viviamo ora. E aggiunge
che le forme sono meno importanti, rispetto ai tessuti e al loro abbinamento. Ermanno Scervino racconta di un uomo seduttore ispirato da modelli del passato e
contemporanei, da Marlon Brando a Obama, per intenderci. E il legame che li
unisce è in qualche modo l’eleganza. Questa eleganza lo stilista la ricrea con
una collezione quasi interamente in
denim, di diverse gradazioni, e con diversi trattamenti. Il demim
è laccato nei toni del verde per
le giacche, è naturale negli spolverini.
La camicia jeans diventa un pezzo d’autore con applicazioni ai polsi o sulle tasche di Swarovski. Sulla passerella di Z Zegna sfila un
guardaroba completo, dove i pezzi si mischiano e si alternano dalla mattina
alla sera, dai pigiama-pants fermati in vita da fasce da smoking ai blazer bianchi morbidi e abbondanti con
spacchi laterali e colli a scialle. Colori scuri di prevalenza per la sera,
chiari per il giorno.
Esiste un’eleganza alternativa? Una collezione
assolutamente al di fuori dei canoni nei colori e nei tagli lo può essere? Se l’eleganza vuole dire una certa coerenza
sì. In assoluto no. L’uomo Frankie Morello sicuramente può essere intrigante,
innovativo, ma non si nota per l’eleganza nel senso tradizionale del termine.
Si passa da uno stile college riveduto per pantaloni e giacche a felpe con
stampe di junk food o di quadri di Arcimboldo. Per veicolare lo slogan della
collezione “Food for all”. “…Ciò che
mangiamo diventa metafora di quanto accade nel mondo del fashion business,
sempre più bisognoso di genuinità e naturalezza…all’insegna della qualità e del
piacere” spiegano gli stilisti.
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