Neppure il termometro a 37 gradi e l’umidità
caraibica di queste giornate fiorentine sono riusciti a compromettere
l’entusiasmo per la presentazione, meglio la performance, di Peter Pilotto, “womenswear guest
designer” di Pitti.
Il
nome è unico, ma i designer sono due, Peter Pilotto e Christopher De Vos. Metà
austriaco e metà italiano il primo, metà belga e metà peruviano il secondo. Si
sono conosciuti nel 2000 alla Royal Academy di Anversa, vera fucina di talenti
per la moda, e insieme a Londra, dove vivono, hanno creato un loro marchio.
Perfettamente in sintonia e complementari, Peter segue soprattutto i tessuti e
le stampe, Christopher la silhouette e i dettagli. A Firenze hanno presentato
una pre-collezione della primavera estate 2013. Sicuramente la location, il
palazzo Borghese di via Ghibellina, ha avuto una parte decisiva nel successo
dell’evento. Non solo perché si è
rivelato un’ottima cornice, ma perché è stato addirittura uno dei temi
ispiratori. L’intervento del
duo non si è, infatti, limitato a
vestire le modelle ma si è rivolto anche al palazzo, rivestendo di moquette con
le incredibili stampe degli abiti, ovviamente ingigantite, tutti i pavimenti
dei saloni e lo scalone di accesso. Un’operazione decisamente molto audace, al
limite della sfida. Considerate le
decorazioni, gli stucchi, gli affreschi, gli enormi lampadari dorati a gocce,
non certo minimalisti, aggiungere
qualcosa sembrava impensabile.
Solo
nella ballroom è stato lasciato il pavimento originale e su due pedane tonde, anch’esse
con le stampe, sono state disposte in piedi quindici modelle, con effetto
tableau vivant. Straordinari i
disegni delle stampe, elaborati al computer, diversissimi tra loro per genere e colore e assemblati a
formare un patchwork
caleidoscopico. In due
grandi schermi, uno all’ingresso e uno in un salone, su uno sfondo di motivi,
sia geometrici che figurativi, si componevano le immagini delle modelle, per
poi decomporsi e ricomporsi di nuovo vestite diversamente. Con un I-phone era
possibile per il pubblico intervenire e modificare a propria scelta il
processo. I capi, gonne, abiti,
tute, camicie, pantaloni, hanno tagli assolutamente lineari ma molto femminili e
donanti. Il colore e le stampe, su materiali sempre particolari, frutto di ricerca, sono enfatizzati da lavorazioni pregevoli,
come file di paillettes disposte verticalmente o ricami con pietre.
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