giovedì 25 settembre 2025

L' ONORE DEI PIZZI E NON SOLO

Al terzo giorno di Fashion Week si può dire che la ricerca dei materiali è la tendenza più evidente. Il tessuto stropicciato, effetto garza con fili di metallo interni è uno di questi. Ma non è il solo per la donna Mantù che veste capi donanti con una femminilità non urlata, sempre con qualcosa in più come cuciture e plissettature di tipo vittoriano o volumi con la rotondità alle spalle o ancora la piccola follia del tre pezzi in tre tessuti diversi o la stampa a nuvole per giacche in canvas o abiti in seta.




Da Raffaela D’Angelo la tendenza pizzo è in molti flash, anche se il protagonista è il ricamo. Filo conduttore il fiore, ricamato o applicato (foto in alto). Più che di pizzo da Alberto Zambelli si può parlare di trafori ben architettati. Pregio della collezione rendere leggera la pelle facendo dialogare forme occidentali e orientali. Tra i colori il giallo acido e l’arancione. C’è una lunga storia dietro Redemption di cui Bebe Moratti è il direttore creativo e il nome, in parte, lo dice. Con una strizzata d’occhio al glamour anni 80, ma anche al rock anni 60. Colori clou il rosso, il nero e il bianco ottico per rasi, chiffon e pelle,  movimentati da drappeggi, ruches, plissettature. Per lunghi da red carpet e abiti a clessidra (foto al centro). Giochi di volumi da L’Arabesque ispirata dalle architetture del giapponese Tadao Ando che contrappone il cemento “alla morbidezza della luce”. Accosta, infatti, blazer in toni e materiali cupi con gonne e pantaloni con decorazioni. Si trasforma in un boudoir lo spazio di Forte Forte. Con capi lingerie, lunghe sottovesti, pigiami con giacca maschile profilata e pantalone in seta stampata. Arthur Arbesser inaugura il nuovo show room-atélier con la collezione autunno-inverno in vendita da domani. Modelli e modelle sono seduti, qualche abito è appeso alle pareti (foto in basso). La riga è il punto forte. Da vedere anche le lampade Huf progettate da Arbesser per Servomuto  e una capsule di intimo creata per Hanro. Turchese, rosso, azzurro, lilla tenue, verde soft per capi tinta unita ma anche per stampati e righe accostate all’immancabile bianco da Anteprima dove la direttrice creativa Izumi Ogino continua con il dialogo tra arte e moda. Questa volta con lo scultore miniaturista giapponese Iwasaki Takahiro, in passerella a fine sfilata. Svariate le forme, ampie ma mai eccessive. Borsalino allarga il suo universo. Con un accordo di licenza per la pelletteria con il marchio svizzero Gamat, di cui mostra flash dell’autunno/inverno 2026. E con il profumo White Iris, dal cuore di gelsomino indiano, per la donna, che segue Black Iris per l’uomo. Per i cappelli procede con le tre forme bucket (secchiello), baseball, con visiera, e cloche nelle tonalità terra e negli azzurri cielo. Prima presentazione a Milano di Insulo Biagini. Insulo non è un nome proprio, vuol dire isola in esperanto, la lingua scelta dall’ingegnere bolognese Giorgio Rosa per l’Isola delle rose, la piattaforma artificiale al largo di Rimini da lui ideata nel 1958 e smantellata dalle autorità italiane nel 1968. Biagini, azienda  modenese, rende omaggio al progetto visionario con una raffinata collezione di borse chiamata, appunto, Insulo Biagini, per cui inventa un francobollo e varie cartoline del luogo. Al classico cesto da spiaggia sovrappone una piccola tracolla in pelle azzurra con il taglio a onda del mare e ne propone uno di dimensioni minori a righe bianche e rosse o bianche e verdi, apparentemente in tela, in realtà in prezioso pitone.        


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