E’ una mostra per tutti. E questo non significa che Dal cuore alle mani sul lavoro e l’arte di Dolce & Gabbana (a Palazzo Reale di Milano fino al 31 luglio) sia poco pensata tanto da poter essere allestita da quasi chiunque. E’ per tutti perché è capace di sorprendere ed emozionare anche i più restii. Dal super intellettuale all’amante del minimalismo, dall’idealista, sempre alla ricerca del messaggio, al fautore del "less is better". Impossibile non restare abbagliati dall’atmosfera avvolgente di quelle dieci sale. Dalle luci, ai colori, alle musiche tutto è studiato per colpire e lasciare un segno.
Come ha scritto Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale, “è un grand tour tra le bellezze d’Italia... tra diverse fonti di immaginazione e di ispirazione”. Curata da Florence Muller la mostra non racconta solo il lavoro dei due stilisti e la loro ispirazione contaminata da varie arti. Ma l’artigianato, le tradizioni, la "sicilianità". Si passa dal total bianco abbagliante della sala del barocco (foto al centro) alla multicolore sala dedicata alla Sicilia, dove tutto ha i disegni e le tinte accese dei famosi carretti: dal pavimento in ceramica ai frigoriferi, alle caffettiere, ovviamente agli abiti, per la maggior parte delle collezioni haute couture (foto in alto). La Sicilia è sempre in primo piano ed ecco per la contaminazione-cinema gli abiti in stile Gattopardo e video con le più significative scene del film di Visconti. Tra le sale forse più intriganti quella dei cristalli con abiti, appunto con ricami e applicazioni di enormi cristalli, lampadari a gocce e un rumore di vetri che si rompono, quasi una musica dai toni inquietanti (foto in basso). L’architettura entra di forza nella sesta sala dove sono ricostruiti i soffitti e gli stucchi di Palazzo Farnese, con abiti nei quali la pittura sacra diventa motivo ornamentale per cappotti e giacche. Più narrativa la sala dedicata all’artigianato e alle lavorazioni sartoriali, quasi un tributo ai tanti laboratori che collaborano con la maison. La più “sopra le righe” sicuramente la sala dell’Opera con pareti dipinte come i palchi della Scala, manichini che raccontano i personaggi delle opere, una tavola imbandita con trionfi di frutta, mantelli con strascico da Don Carlo e, a sorpresa, felpe con ritratto di Verdi. Sapientemente e fortunatamente i toni scendono nella piccola stanza dove termina la mostra e da dove si esce. Qui solo un abito in pizzo macramé, frutto di attento e lungo lavoro, ma portabile. Un omaggio a Milano, dove Dolce & Gabbana è nato e cresciuto.
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