Una collezione archeologica datata dal paleolitico in una struttura e con un criterio espositivo che va molto oltre il contemporaneo. Senza niente d’involuto o effetti facili. Si trova a Lecce, città dalle mille sorprese e questa è una delle tante. E’ il Museo Castromediano, il più antico museo di Puglia. Lo ha fondato nel 1868 Sigismondo Castromediano, intellettuale aristocratico e antiborbonico che nella sua vita ha raccolto ogni tipo di reperto archeologico fino al prerinascimentale, tutto nel Salento. L’esterno del museo conserva inalterato l’aspetto che aveva quando era il Collegio Argento, l’interno, invece, è stato riprogettato dall’architetto Francesco Minnisi, considerato il padre della museografia archeologica italiana.
Il grande salone d'ingresso a pianta circolare ospita mostre temporanee sempre collegate alla zona. Attualmente sono esposte dodici strepitose fotografie del canadese Edo Burtynsky che documentano il disastro causato dalla Xylella, batterio che nel Leccese ha distrutto 21 milioni di ulivi secolari. Dal salone partono delle scenografiche rampe che salgono, aperte, fino al terzo piano. Ricordano il Guggenheim Museum di New York, ma sono perfettamente funzionali a una "teatrale" definizione degli spazi. Le collezioni, che narrano la storia del Salento, sono suddivise, infatti, in cinque Paesaggi Culturali. Nel Paesaggio Mare è ricostruita la stiva di una nave con le anfore, lasciate come sono state ripescate. Ci sono le ancore di cui sono autentiche le parti di pietra, mentre i legni sono stati aggiunti. C’è un acquario con i pesci autoctoni di quel mare. Introdotti piccolissimi, quando raggiungono una certa dimensione vengono riportati in mare. Nel Paesaggio Terra ci sono le ossa di animali preistorici, oltre ad anfore e utensili vari. Questo settore si affaccia su un salone, dove si tengono conferenze, lezioni, concerti, con un pregevole polittico di Scuola Veneta. Molto interessanti gli altri tre Paesaggi, specie se spiegati da Basel Sai, il brillante e competente archeologo del museo. Sono il Paesaggio del Sacro, dei Vivi e dei Morti che raccontano le abitudini, gli stili di vita e anche di sepoltura dei popoli che qui hanno abitato, dai Messapi ai Romani. A completare la visita le sale dedicate al Medioevo con statue e oggetti a carattere religioso e una selezione di opere di età barocca. In fase di sistemazione le opere dell’Ottocento e del Novecento.
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