Dire di Divina Commedia Reloaded, in prima nazionale al Teatro Menotti Filippo Perego di Milano fino a questa sera, che è uno spettacolo straordinario, ne rivela solo una prerogativa. Sicuramente l’originalità, come sottolinea anche il sottotitolo No Gravity Theatre, è un elemento forte, ma non il principale. Riuscire a mettere sul palcoscenico un’audace interpretazione dell’opera di Dante dove tutto è perfetto, dalla coreografia ai movimenti dei ballerini, dalle luci al sonoro, non è cosa facile.
Non a caso è uno spettacolo che ha richiesto tre anni di lavoro e mette insieme tre singoli spettacoli, Inferno, Cantica, Paradiso. L’autore nonché regista, creatore e produttore Emiliano Pellisari è stato definito "architetto del corpo umano". Con la sua compagnia tra cui Mariana Porceddu, coreografa dal 2008, riesce a fare dei sei ballerini parte di costruzioni che appaiono di fronte al pubblico dopo volteggiamenti e cadute . In realtà i danzatori si muovono sul piano orizzontale del palcoscenico con una tecnica, unica nel suo genere, e vengono riflessi da un grande specchio inclinato. Sembrano volare, precipitare, risalire; alle volte i loro corpi sono uniti, alle volte sono drammaticamente soli. Formano cerchi, piramidi, scale, che con una strategica illuminazione danno vita a figure misteriose e affascinanti. Perfetto il sonoro che si apre con le prime terzine dell’Inferno “Lasciate ogni speranza voi ch’ entrate” dalla voce di Vittorio Gassman. Tra le immagini-composizioni che seguono riconoscibile e struggente quella di Paolo e Francesca del V canto dove i due amanti vagano sospesi senza potersi mai incontrare. Oggetti e costumi di vita quotidiana sono inseriti nel racconto del Purgatorio, mentre nel Paradiso si entra in un mondo magico, con spunti presi dall’arte di Magritte, Dalì, Mondrian e una serie di enormi ventagli brillanti che si aprono e sventolano nelle mani delle "anime buone".
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