La moda è cambiamento, è implicito nella parola. Sarebbe strano se non fosse così. Il cambiamento deve e continua a esserci. Da un po’ di tempo non riguarda più solo i contenuti, ma anche la forma o la formula. Quelli che si pensavano punti acquisiti e irremovibili sono stati riprogrammati. E’ di questi giorni la dichiarazione alla stampa di Giorgio Armani che riferendosi alla Haute Couture di Parigi, ha rivelato di "sentirsi a disagio". La trova trasformata. Niente più location fastose, e anche i capi proposti sono sempre meno importanti.
Chanel ha sfilato sul quai della Senna alla partenza dei Bateaux Mouches con modelle con cane al guinzaglio. Maria Grazia Chiuri per Dior parla di sottrazione obbligatoria, Pierpaolo Piccioli per Valentino di essenzialità. Un’alta moda più vicina al prêt-à-porter? L’indiano Raul Mishra sfila con i suoi capi dai ricami straordinari, ma mette gli occhiali da sole alle modelle, quasi a confermare l’uso "da giorno". In primo piano la ricerca, dalla particolare lavorazione all’utilizzo di materiali sostenibili. A Parigi durante l'Haute Couture ritorna a Saint Germain des Près l’Oriental Fashion Show con le collezioni di stilisti giovani, ma già affermati, libanesi, marocchini (nella foto in alto Mouna Benmaklouf), del Kazakistan (nella foto in basso Aizhan Kolchina), del Turkmenistan, che mettono insieme tradizioni artigianali e impegno per l’ambiente. Ognuno di loro apporta qualcosa di unico, ma anche fondamentale per una ricchezza di proposte. Sparisce in un certo senso il discorso di moda etnica, per essere assorbito in un unico concetto di moda, sempre più attenta ai dettagli, alle lavorazioni speciali, ai capi che durano nel tempo. Con sempre più vicinanza e contaminazioni tra culture di paesi lontani. Perfettamente inseribile in questo trend il riconoscimento dell’Istituto Marangoni di Dubai come prima università straniera accreditata. Come è già avvenuto per Parigi, Londra, Mumbai, Miami, Shanghai e Shenzen, l’Istituto Marangoni, fondato a Milano nel 1935, diventa un nuovo, unico polo d’attrazione per i futuri designer del Medio Oriente (nella foto la biblioteca).
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