Difficile sintetizzare in poche righe cosa offre Biella. Non a caso il libro 111 luoghi di Biella che devi proprio vedere (firmato da Vittoria Bazzan, Monica Gasparini, Barbara Sartorello, Bruno Scomparin, edito da Emons) ne propone ben 111, lasciando capire che ce ne sono molti altri. Se poi si considerano gli eventi che si svolgono ogni anno in città e dintorni, una vita è a mala pena sufficiente per conoscerne i luoghi più interessanti. Un’occasione per iniziare a scoprirli è Viaggio Orizzonti, frontiere, generazioni, quinta edizione di una manifestazione che, iniziata con un festival dal 23 al 26 marzo, continua con qualche incontro e mostre aperte fino al 18 giugno. Svariate, ma prevalentemente sul tema del viaggio, queste si concentrano al Piazzo, storico quartiere di Biella a 480 metri d'altezza.
Solo raggiungerlo con la funicolare è un’emozione. Niente è scontato o risaputo, già all’arrivo sei sul set di un film di cui sei regista, sceneggiatore, scenografo. Basta una foto e puoi sorprendere. C’è una mucca (finta)imprigionata in un balcone. Inevitabile chiedersi come ci è arrivata. Sotto La civetta-caffè-ristoro-libreria, con all’esterno un divertente cartello sulla polenta e un dog bar. Accanto, un palazzo quattrocentesco e una torre di mattoni rossi. Proseguendo si arriva a piazza Cisterna con i portici e il palazzo comunale. Così magica, soprattutto di sera, che si sopporta male la rara presenza di auto. Da qui con strada a ciottoli si raggiunge i tre palazzi importanti: La Marmora, Ferrero e Gromo Losa. Quest’anno le mostre sono solo negli ultimi due. Il primo, che fu l’abitazione del generale preferito da Carlo Alberto, con saloni imponenti e magnifici giardini vista città, è chiuso al pubblico. Ci si può consolare con il giardino all’italiana di Palazzo Gromo Losa. E’ dedicato alle rose i cui filari, intrecciandosi tra loro, fanno pensare all’ordito e alla trama di un tessuto, chiodo fisso dei biellesi, maestri del tessile. Buon esempio di ars topiaria le siepi dove sembra sia appena passato Edward mani di forbici. Anche l’interno non delude, con le sue mostre. Da quella di acquarelli di Nicola Magrin, un viaggio nella natura e in se stessi. Alle foto dell’archivio di Vittorio Sella: un viaggio in bianco e nero nell’Italia del 1913. O ancora gli specchi di Nicoletta Fontana, tre riflessioni sul viaggio. Protagonista l’uomo con la sua anima, sempre uguale a qualsiasi latitudine. Di fronte, a Palazzo Ferrero centro della manifestazione, da non perdere al primo piano le storie di bellezza e vita quotidiana di Procida, viste dall’obiettivo curioso e creativo di Natalino Russo. E poi American Landscape, i paesaggi americani che, fotografati da Luciano Monti, diventano artistiche geometrie. O ancora l’installazione surreale di Grazia Amendola.
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