Giornata piena. Di spunti, idee, progetti, cambiamenti, piccole rivoluzioni, ma anche rievocazioni e recuperi. Banalità: occhio al futuro con molti occhi al passato. Questa potrebbe essere la tendenza, per ogni marchio con le sue sfaccettature. Philippe Model Paris, nella seconda collezione di abbigliamento, riprende i concetti delle sneakers di cui è un guru. Capi classici dalle linee pulite, in materiali confortevoli e quello spirito francese sempre molto apprezzato. Pezzoforte le sneakers, sei da donna e sette da uomo, con mix di materiali d’archivio recuperati. Ogni taglia con un elemento distintivo.
Sono sneakers responsabili quelle della capsule di Baldinini realizzata con ACBC (Anything Can Be Changed) leader nella progettazione e produzione di prodotti sostenibili. In materiali scarti dell’agroalimentare hanno stringhe in plastica riciclata e suola in gomma riciclata e bio-Eva, materiale biosintetizzato dalla canna da zucchero. Solo la fodera è in poliestere riciclato, non completamente sostenibile, ma più duratura, per conciliare estetica e funzionalità. In pelle, invece, lo stivaletto texano con frange. Anche Zanotti propone il texano con strass sul tacco. E’ uno dei new classici, cioè pezzi del suo archivio aggiornati: la pump con tacco supersottile o il sandalo con listelli alla caviglia, quasi uno stivaletto aperto. Nuovo tacco, quasi una zeppa per i cuissard. Stivali e stivaletti con coulisse e pieghettature per accompagnare le borse di Rodo. Dalla nuova Paris più morbida, in velluto stampa coccodrillo al modello con piega di varie misure in seta e in pelle con tracolla. Fino alle clutch con applicazioni di strass e cristalli o in vernice anni 70. I colori della natura per le borse in pelle di Il Bisonte che seguono la tradizione, ma senza nostalgie e con nuovi dettagli. Come il motivo dello snodo sui manici e lungo i lati o la fibbia particolare o una certa leggerezza pur nello strutturato. Un viaggio nello spazio quello che fa compiere Borsalino con la prima collezione disegnata da Jacopo Politi. Sono i loghi metallizzati, le laminature nella tesa del classico feltro, non più di coniglio ma di lana per motivi etici, gli strass sul nastro, le micropaillettes sul cappello con visiera in pesante tweed, il maculato brillantato (foto al centro). Arancione e rosa i baschi. “Il piumino può essere sartoriale” o “Con il piumino si può fare tutto, dal bikini all’abito da sera con strascico" sembra dire il designer cinese William Shen con Raxxy. E l’effetto è scenografico (foto in basso). Dreams in Paradise s’intitola la collezione Sarawong. Che mette insieme tessuti e maglieria prettamente occidentali, con patchwork di stampe orientali. Linee e colori seguono il dualismo. Arthur Arbesser presenta la collezione nel suo atélier affacciato sulla Basilica di Sant’Ambrogio. Pochi pezzi dietro ai quali si avverte il piacere della progettazione. In primo piano le stampe. Da quelle ispirate ai dipinti del trisnonno, pittore in giro per il mondo negli anni ’50 dell’Ottocento (foto in alto), a quelle realizzate scannerizzando composizioni con carta velina, spugna, colla, acqua. Linee minimali ma con un inserto, un tulle sovrapposto, un drappeggio, che rendono i capi femminili e donanti.
Nessun commento:
Posta un commento