Come spiega Pascal Rambert, autore e regista, non c’è una trama in Sorelle, al Teatro Menotti Filippo Perego di Milano fino a domenica 22. Sulla scena ci sono sempre e solo due donne, appunto le sorelle, ma il vero protagonista è il rapporto conflittuale fra loro. Un conflitto che nasce più da emozioni e sensazioni che da fatti reali. Almeno non vengono detti, si intuiscono appena. Per il resto ci sono i sentimenti di rivalità, gelosia, piccole prevaricazioni, normali tra due sorelle nei primi anni di vita. Poi se interviene un motivo importante, possono diventare forti contrasti, ma questo non sembra il caso.
Anna, Anna Della Rosa, accusa la sorella maggiore Sara, Sara Bertelà, di non averla mai considerata e di averla allontanata dal padre. Le rinfaccia di non aver stimato il fidanzato Ugo, di cui però è lei la prima a riconoscerne la modestia. Sara, per contro, sostiene che Anna non si è mai interessata alla famiglia, occupata a scrivere articoli in giro per il mondo. A differenza di lei che, pur girando il mondo con una Ong per aiutare la gente, c’è sempre stata nei momenti difficili. Anna rinfaccia a Sara di non averla avvertita in tempo delle gravi condizioni della mamma, di cui lei è sempre stata la preferita. Il conflitto è continuo, senza soluzione. Solo quando si mettono a ballare al suono di una coppia di auricolari sembra esserci una pausa, addirittura un’intesa, in cui anche i due corpi si avvicinano. Ma è solo lo spazio della musica. Il dialogo procede acceso, anzi si fa sempre più violento. Curiosamente, anche se il linguaggio e i riferimenti sono contemporanei, si avverte una tensione e dei toni da tragedia greca. Che non risultano però mai fuori posto, anche se dietro il loro conflitto non ci sono né assassinii, né incesti, né tradimenti. Tutto si svolge in uno spazio dove Sara sta sistemando delle sedie colorate, inizialmente impilate in un angolo, sullo sfondo di valigie e di abiti appesi. Solo alla fine quando Sara mette di fronte alle sedie un leggio, si capisce che dovrà parlare a un pubblico, probabilmente per la sua Ong. Anche la messinscena è stata curata da Pascal Rambert, drammaturgo francese che ha al suo attivo svariati premi e successi teatrali, recitati anche 200 volte, in 23 lingue diverse. Straordinaria l’interpretazione delle due attrici, anche loro iperpremiate, sulle quali Rambert ha modellato i personaggi di Sara e Anna, mantenendo, infatti, i nomi.
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