Anche la navigazione per arrivare a Illa del Rei è un’esperienza da provare a Minorca. Dal porto di Mahon si attraversa quell’incredibile insenatura a forma di fiordo, così inconsueta nel Mediterraneo. Da una parte c’è la capitale, dall’altra Es Castell. Si scoprono panorami a sorpresa, scorci inaspettati, costruzioni particolari. Ma è l’arrivo all’isola, chiamata anche The Bloody Island, il momento più emozionante.
A un lato della banchina la roccia è interamente cosparsa di fichi d’India a formare un gigantesco, verdissimo, intricato cespuglio, interrotto dalla massa arancione dell’installazione Autostat del viennese Franz West (foto in alto). Dietro al sentiero che sale s’intravvede un enorme edificio, che sembra occupare interamente la piccola isola. Costruito dagli inglesi è stato ospedale militare dalla fine del 1700 agli anni Sessanta, quando fu edificato un nuovo ospedale. Con un’insolita pianta a U ha accanto i resti di una basilica paleocristiana. Ora è una Fondazione ed è visitabile. Girando invece prima, sulla destra, tra frondosi alberi s’incontra un muro con la scritta Hauser & Wirth. Delimita la nuova sede di una della più importanti gallerie d’arte del mondo, la famosa Hauser & Wirth di Zurigo, nata negli anni Novanta. Inaugurata lo scorso luglio, la filiale minorchina è stata progettata da un architetto argentino che ha utilizzato solo materiali locali per meglio adattarla al luogo. All’interno delle otto sale, oltre a esposizioni temporanee (in questo momento e fino al 31 ottobre, data di chiusura della galleria, c’è la mostra dell’americano Rashid Johnson), c’è un laboratorio per studenti d’arte. L’unica scultura permanente qui è il Ragno di Louise Bourgeois, una delle opere d’arte contemporanea più quotate. Non è al chiuso, ma in una sorta di cortile quadrato con un albero a fare da sfondo (foto al centro). L’altra installazione, sempre in bronzo, dell’artista francese Janus in leather Jacket è invece all‘aperto, nel fascinoso giardino disegnato da Piet Oudolf, il progettista della High Line di New York. Accanto c’è un Chillida e Le Pére Ubu di Joan Mirò. Intorno, da scoprire tra gli alberi, sculture di Camille Henrot e Martin Creed. Nel verde, con i tavoli anche tra gli ulivi, Cantina Botiga, che propone deliziosi piatti del luogo. Ogni tanto felice teatro di concerti, jazz soprattutto. Da vedere il rifornito bookshop (foto in basso) e, sul retro dell'edificio, un'area selvaggia con vista notevole.
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