giovedì 15 luglio 2021

PER NON DIMENTICARE

Sono passati vent’anni dai terribili fatti del G8 di Genova. Una pagina nera di cui non si parla abbastanza, solo strascichi di notizia sui processi. Non sufficienti per un episodio di sopraffazione da dittatura di Paese del Terzo mondo. “La più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale” per Amnesty International. Non facile affrontare l’argomento e renderlo il soggetto di uno spettacolo.  La formula di Massimiliano Loizzi e del suo Il matto 2. Una tragica farsa sul processo Giuliani e le morti di Stato riesce nell’intento. Non a caso, in scena dal 2015, ha avuto 300 repliche e più di 40mila spettatori. Dal 12 luglio a oggi è al Teatro della Cooperativa di Milano, per un ciclo di lavori sulle istanze e le manifestazioni legate a governi e istituzioni.   



Loizzi, solo sul palcoscenico, dà vita al processo farsa per l’assassinio di Carlo Giuliani, rimasto senza colpevoli perché ritenuto legittima difesa. Di volta in volta l’attore-regista-autore diventa un personaggio diverso: il giudice, i due avvocati, i testimoni, i giornalisti, i carabinieri, i vari onorevoli. Alcuni hanno nome e cognome e sono persone informate sui fatti, altri sono delle trasposizioni, altri sono di fantasia. Una satira arguta, mescolata con dati ed elementi autentici, che rende più miserevole quel capitolo di storia. Loizzi dialoga con il pubblico e lo coinvolge ancora di più. Irresistibili le frasi di patriottismo becero, di grottesco fascismo o di qualunquismo, tipo “ L’Italia il paese dove si mangia dappertutto bene” “Le trattorie dei camionisti  sono i posti dove si mangia meglio”, “La moquette è bella ma fa polvere” eccetera. Tra gli intervenuti Bruno Vespa dal cui programma i genitori di Giuliani, pare, appresero la morte del figlio, perché nessuno ebbe la delicatezza di avvisarli. Matteo Salvini, scelto come espressione del fascismo di ritorno. Mussolini, macchietta, ma non scontata. A sorpresa Papa Ratzinger, nessun coinvolgimento con i fatti, ma “E’ l’unica imitazione che so fare” ha detto Loizzi. E Carlo Giuliani. Il suo intervento potrebbe apparire fuori posto, quasi di dubbio gusto e invece si inserisce a proposito. Dà uno stop alle risate,commuove, fa riflettere, dà forza, riapre con la giusta indignazione quell’orrenda pagina. 

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