Cosa hanno in comune la Marilyn di Andy Warhol e La ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer, dipinti a secoli di distanza. Sono dei ritratti. Risposta sbagliata. Perché entrambe le opere hanno molto in comune anche con Pomeriggio alla Grande Jatte di Georges Seurat, con Compianto sul Cristo Morto di Giotto alla Cappella degli Scrovegni e Les Demoiselles d’Avignon di Picasso, che ritratti proprio non sono. Sono i dipinti che “sconvolsero il mondo”.
Così li definisce Flavio Caroli nel titolo del suo volume I cento dipinti che sconvolsero il mondo edito da 24 ore Cultura, in libreria dall’8 aprile. In questo saggio illustrato, che prosegue la collana iniziata con Le 100 mostre che sconvolsero il mondo il critico, con un approccio inedito e stimolante, individua i grandi capolavori che in otto secoli, dal Duecento al Novecento, hanno segnato una svolta nella pittura. A cominciare dal Crocifisso di Santa Croce a Firenze, in cui Cimabue rappresenta gli eventi sacri in un modo più realistico, rispetto al classicismo bizantino e che prosegue, appunto, nel Cristo Morto del suo allievo Giotto, con una volumetria delle figure ancora più concreta e viva.
Per continuare con La canestra di frutta di Caravaggio, primo still life della storia o il ritratto di Vermeer che ha ispirato romanzi e film, per quello sguardo sensuale e quell’abbigliamento tra donna del popolo e gran dama, lontano dai codici di quei tempi. O ancora il Pomeriggio di Seurat che segna l’inizio del Pointillisme o Les demoiselles di Picasso, debutto del Cubismo. Fino ad arrivare alla nascita del Pop con la Marilyn di Warhol “simbolo ed elogio del consumismo americano”.
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