e le sagome dell’affresco. E’ una composizione stratigrafica in metacrilato con un effetto ologramma Ultima cena di Filippo Avalle del 2007. Solo avvicinandosi si scorgono disegnati i personaggi del Vangelo. Di questi tre lavori sono esposti schizzi preparatori o legati all’opera. La Cène su legno del 1988 di Daniel Spoerri, geniale esponente del Nouveau Réalisme, cambia la prospettiva. La scena è presa dall’alto e, più realisticamente, Gesù è a capotavola e gli apostoli siedono ai due lati. E’ un tavolo da osteria modesto con pentole, piatti e bicchieri, applicati a collage (foto al centro). Ma non è l’unica opera dell’artista. L’altra è una proiezione delle tredici tavole in marmo con Le ultime cene di personaggi illustri. Da Goethe a Proust, da Freud a Cleopatra, unica donna, da Oetzi, l’uomo ritrovato nei ghiacci, a Cristo. L’originale si trova nel Giardino del Grand Hotel della Posta di Sondrio, accanto alla sede del Credito Valtellinese. Sempre di Spoerri un’altra proiezione, quella di una sua prova d’artista, mai realizzata, nella quale sotto ogni personaggio estrapolato dall’affresco c’è il suo pezzo di tavola imbandita. Completano la rassegna cataloghi e riproduzioni di opere, albi, documenti sull’argomento di Marthial Raysse, Damien Hirst, Velasco Vitali. Oltre a film in pellicola 16mm, girati a inquadratura fissa da Warhol tra il 1963 e il 1966, che raccontano momenti nella Factory e dintorni. In prestito dal MoMA di New York. Presentata da Flavio Caroli e curata da Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio, la mostra, aperta ieri, chiuderà il 3 dicembre, lockdown permettendo.
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