domenica 1 novembre 2020

LA CENA E' SERVITA






Poche mostre mettono in risalto come Andy Warhol abbia indicato una strada nell’arte al pari di The last supper Recall alla Galleria del Credito Valtellinese, Refettorio delle Stelline, a Milano. Tanto che l’opera da cui parte l’esposizione, appunto di Warhol, passa quasi in seconda linea rispetto alle altre. Nota riedizione in misura ridotta e bipartita del capolavoro di Leonardo e considerata nello stesso tempo dichiarazione d’amore e sfregio dell’originale, The last supper utilizza tecniche come passaggi serigrafici, cromatismi industriali in colori tra il nero e il magenta. Fa parte di una serie a cui Warhol si dedicò negli ultimi anni. A Milano è già stata esposta nel 1987 alla presenza dell’autore, che tra l’altro vedeva per la prima volta il Cenacolo leonardesco. A testimonianza foto in bianco e nero di Maria Mulas che ritraggono Warhol con un’enorme parrucca, che copiava enfatizzandola la sua capigliatura naturale, sparita per le cure contro il cancro che poco dopo l’avrebbe ucciso. Di questa mostra sono presenti anche i manifesti e i cataloghi. Subito accanto è posizionata Cenacolo di Bruno Bordoli, olio e acrilico su tela grezza del 2007. Solo Gesù al centro conserva la posizione e l’atteggiamento datogli da Leonardo, gli altri apostoli, disposti in modo disordinato, sono figure inquietanti.  Nella sua Ultima Cena del 2013 Elia Festa non dipinge i personaggi ma l’energia che sprigionano attraverso l’intreccio di fili di luce, con i tratti 


e le sagome dell’affresco. E’ una composizione stratigrafica in metacrilato con un effetto ologramma Ultima cena di Filippo Avalle del 2007. Solo avvicinandosi si scorgono disegnati i personaggi del Vangelo. Di questi tre lavori sono esposti schizzi preparatori o legati all’opera. La Cène su legno del 1988 di Daniel Spoerri, geniale esponente del Nouveau Réalisme, cambia la prospettiva. La scena è presa dall’alto e, più realisticamente, Gesù è a capotavola e gli apostoli siedono ai due lati. E’ un tavolo da osteria modesto con pentole, piatti e bicchieri, applicati a collage (foto al centro). Ma non è l’unica opera dell’artista. L’altra è una proiezione delle tredici tavole in marmo con Le ultime cene di personaggi illustri. Da Goethe a Proust, da Freud a Cleopatra, unica donna, da Oetzi, l’uomo ritrovato nei ghiacci, a Cristo. L’originale si trova nel Giardino del Grand Hotel della Posta di Sondrio, accanto alla sede del Credito Valtellinese. Sempre di Spoerri un’altra proiezione, quella di una sua prova d’artista, mai realizzata, nella quale sotto ogni personaggio estrapolato dall’affresco c’è il suo pezzo di tavola imbandita. Completano la rassegna cataloghi e riproduzioni di opere, albi, documenti sull’argomento di Marthial Raysse, Damien Hirst, Velasco Vitali. Oltre a film in pellicola 16mm, girati a inquadratura fissa da Warhol tra il 1963 e il 1966, che raccontano momenti nella Factory e dintorni. In prestito dal MoMA di New York. Presentata da Flavio Caroli e curata da Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio, la mostra, aperta ieri, chiuderà il 3 dicembre, lockdown permettendo. 

   


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