Si è riaperto il MASI di Lugano con una hall rinnovata e mostre che valgono ognuna un viaggio, quindi nel perfetto stile del museo. Dal 19 settembre fino al 21 febbraio, da vedere nel salone del piano interrato, in una personale-omaggio a Hans Josephsohn per i cent'anni dalla nascita, le sue sculture realizzate tra il 1950 e il 2006. Prussiano di Königsberg, con una giovinezza travagliata per le origini ebraiche che gli impedirono tra l’altro di frequentare scuole d'arte, è ritenuto uno dei principali scultori del XX secolo. Le sue opere, a prima vista inquietanti, catturano lo sguardo nel giro di qualche minuto fino a prendere e sedurre completamente. Sono busti, teste, figure intere in piedi (v.foto in basso)o sdraiate, che ritraggono soprattutto donne. L'aspetto è grezzo come quello di una pietra, frutto in realtà di un accurato lavoro su un anima di gesso e una fusione di ottone. A poco a poco, come una magia, si vede
emergere un profilo, un naso, un sorriso, delle mani. Nella figura della donna sdraiata s’intuisce addirittura una sensualità che ricorda i nudi del Canova. Interessante il rapporto delle opere tra loro e quello con la luce, che spiega la scultura collocata al centro della piazza davanti al museo. Aperta il 6 settembre fino al 28 marzo, la mostra Tra le ciglia, con i lavori di PAM, alias Paolo Mazzucchelli (Lugano, 1954). Centocinquanta opere che raccontano, non in modo cronologico, il percorso di un artista che usa linguaggi diversi, spesso in contrasto. Mette insieme la perfezione del disegno compiuto al surreale puro. Lavora con le macchie, inserisce in riquadri. Narra il mondo vegetale e quello animale (v.foto in alto ) con il filo del pensiero, delle tensioni, delle problematiche d'attualità. Non d’immediata comprensione, ma di notevole suggestione. Non è nel MASI, ma rientra nel suo circuito What's new , dal 19 settembre al 13 dicembre, nel vicino spazio della Collezione Giancarlo e Danna Olgiati. Appuntamento fisso ogni sei mesi, anche questa mostra propone, in un nuovo allestimento, le ultime acquisizioni della coppia di collezionisti. Accanto a pezzi di grandi maestri ci sono i lavori di giovani e promettenti artisti affiancati, secondo un criterio di connessioni formali, di linguaggio, di tematiche, ma soprattutto di ricordi ed empatia. Quello che costituisce il piacere del collezionismo secondo Giancarlo e Danna.
gradevole ed attenta osservazione. Un garbato invito a visitare le opere di Hans Josephsohn, esposto con la sua prima personale in Italia all'ICA nel 2019. Sculture di straordinaria espressività.
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