domenica 27 settembre 2020

IL PIACERE DELL' EVERGREEN

La sfilata di Giorgio Armani su La7 in prima serata è stata all’altezza delle aspettative. Anzi potrebbe essere ricordata non tanto come celebrazione 







dello stilista, quanto come dimostrazione del ruolo che la moda ha e il suo coinvolgimento nella cultura, nello spettacolo, nell’arte oltre che nell’imprenditoria. A precedere la sfilata un 8 e mezzo ad hoc di Lili Gruber e un video-documento di venti minuti con il racconto, per immagini e la voce fuori campo di Francesco Favino, dei Timeless Thoughts. Pensieri senza tempo che descrivono il modo di lavorare dello stilista, la tendenza ai capisaldi negli anni, come i colori simbolo, il destrutturare, il gusto per le sovrapposizioni, il ricamo per la sera e il piacere, ogni tanto, del dettaglio estroso. Tutto quello che ieri sera si è visto sui modelli e le modelle di una delle sfilate più lunghe nella storia di Re Giorgio (foto in alto). Ciliegina sulla torta American gigolò di Paul Schrader con Richard Gere trentenne, il migliore testimonial dello chic-understatement di Armani. Chic ma mai sopra le righe (e se no non è eleganza) e durevole nel tempo l’estate della donna Eleventy, che sceglie la presentazione in presenza. “Una passeggiata mediterranea“ commenta il direttore creativo Cristina Ortiz "attraverso gli ulivi, con i colori ispirati alle ceramiche, alla terra, al mare”. Per un’estate rilassante da godere, lontano dai ritmi frenetici e forzati del mondo delle discoteche. Un guardaroba completo con pezzi che a seconda di come sono accostati sono perfetti per la città  ma ideali anche per la vita di spiaggia. C’è la tuta  mai troppo sportiva, la gonna ad anfora ma senza inutili enfasi importabili, lo spacco sulla manica della camicia o sui fianchi dello chemisier, non per una seduzione a buon mercato ma per la ricerca di freschezza e leggerezza. Curata e non banale la scelta dei tessuti, dal lino martellato al seersucker, al cotone naturalmente (foto in basso).  Presentazione in presenza anche per L’Arabesque, raffinato negozio di Largo Augusto, che propone una sofisticata capsule  fatta di top e giacche in cotone e lino da abbinare a gonne enfatizzate con applicazioni di crinolina, per un patchwork chic. Il patchwork è di tendenza. E’ protagonista assoluto nella collezione, presentata in digitale, di Shuting Qiu, giovane stilista di Hangzhou che ha debuttato sulla passerella internazionale nella Fashion Week milanese di settembre 2019. Abiti patchwork anche con trasparenze da TheFour, uno dei sei  brand della Budapest Select, i designers ungheresi che hanno sfilato nello Hub di Camera della Moda. Con lo sportivo futuribile di Cukovy, il sensuale fatto di trasparenze, plissé soleil, volants di Elysian, i lunghi in tutte le sfumature del rosa di Mero, il nude look e lo stile pigiama di Kata Szegedi, gli stampati nuovo barocco di Abodi.  


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