Musei e gallerie sono chiusi, incerte
e lontane le date di riapertura. Mostre e fiere d’arte annullate o rimandate a
tempi da definire. Eppure mai come in
questo momento c’è la possibilità di
entrare dietro le quinte di un mondo sconosciuto ai più. In streaming,
ovviamente. La Fondation Louis Vuitton di Parigi nei suoi settimanali incontri,
con concerti e visite di mostre passate, lo scorso giovedì ci ha raccontato con
commenti e testimonianze dei
protagonisti come è nata Observatory of
Light, l’incredibile installazione di Daniel Buren, che ha colorato le
vetrate dell’architettura di Frank Gehry dal maggio 2014 al maggio 2017. L’artista
francese dopo aver studiato tramonti, albe, riflessi, ha realizzato dei
pannelli colorati da applicare sulle vetrate a volta, per creare straordinari effetti
di luci e ombre, sia dall’interno che all’esterno (in alto). Questi ultimi molto giocosi,
in linea con l’atmosfera del vicino Jardin d’Acclimatation, il parco divertimenti per bambini forse più attraente
di Parigi.
Dalle OGR, Officine Grandi Riparazioni
di Torino, complesso industriale di fine Ottocento trasformato in un centro
espositivo, il direttore artistico Nicola Ricciardi nel progetto-rubrica Come nasce una mostra svela i
retroscena dell’opening dell’OGR, avvenuto il 30 settembre 2017. Cioè la
sistemazione delle due opere permanenti, le tredici placche metalliche di Procession of reparationists di William
Kentridge (in basso)e il murale Track di Arturo
Herrera (al centro). Le prime, enormi, arrivate dal Sud Africa dopo un mese di navigazione,
dovevano essere posizionate in uno spazio, rivelatosi molto diverso da quello
del rendering. Con conseguente problema di cambiamento di luci che
stridevano con le opere. Il tutto a una settimana dalla data di apertura. Il
murale Track, con i suoi otto metri di altezza, doveva
essere realizzato al momento, cioè tre giorni prima, dall’artista e dai suoi
due assistenti, previa applicazione di un nastro adesivo sul muro, rivelatasi
impossibile perché questo si sgretolava. Entrambe le operazioni sono andate in porto
grazie a interventi miracolosi, nel primo caso della curatrice e del team del
Castello di Rivoli, nel secondo delle ripetute prove del miracle worker Ronald. Testimonianze, aneddoti, curiosità per
rivivere un’esperienza interessante, ma soprattutto per capire quanto c’è
dietro a una mostra e a un’opera d’arte. Oltre alla scelta dell’artista e alla
sua ispirazione.
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