Proseguono le celebrazioni per i
cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci. E a Milano, dove il genio ha
vissuto gran parte della sua vita, sono le più numerose. Oggi si è aperta
una nuova mostra al Museo Poldi Pezzoli. Dopo quasi due anni di trattative
arriva dall’Ermitage di San Pietroburgo la Madonna Litta. Ma non è solo la
bellezza da Sindrome di Stendhal di
questa maternità a rendere straordinario l’evento, quanto anche le storie intorno
al dipinto. Creata a Milano nel 1490 è
stata forse fra le opere che hanno più viaggiato nel mondo e non per passare da
un museo all’altro per esposizioni, quanto da un palazzo nobile all’altro. A metà del 1500 è in casa Contarmi a Venezia,
da dove scompare per riapparire, due secoli dopo, a Palazzo Belgiojoso, fino
alla morte di Alberico XII Barbiano di Belgiojoso d’Este nel 1813, quando
l’intera pinacoteca di casa viene messa all’asta. Ma al conte Alberto Litta Visconti
Arese, come esecutore testamentario, è data l’opportunità di scegliere per sé
due opere, una delle quali è proprio la Madonna da cui il nome Litta. Qui resta
fino al 1865, quando lo zar Alessandro II la compra e la porta in Russia. I
viaggi non sono l’unica storia che circonda la Madonna Litta. Ci sono dubbi
sulla paternità di Leonardo, c’è chi la
attribuisce a qualcuno dei suoi migliori allievi come Giovanni Antonio
Boltraffio o Marco d’Oggiono. Anche se quei paesaggi dall’orizzonte sconfinato alle
spalle della Madonna, garantiscono il tocco leonardesco. Oltre alla Madonna Litta sono esposte varie
maternità e disegni preparatori dei suoi allievi, di cui tre già al Poldi Pezzoli, altri provenienti da tutto il mondo. Come ha detto Annalisa Zanni direttore del Museo,
i curatori Andrea Di Lorenzo e Pietro C.Marani, hanno proceduto con un
approccio quasi scientifico, che ha messo in evidenza il modo di lavorare e i
rapporti umani nella bottega di Leonardo. E due video puntualizzano e spiegano questa ricerca. La
mostra organizzata, grazie al sostegno di Fondazione Bracco a cui si affiancano
Regione Lombardia e Comune di Milano, chiude il 10 febbraio. Il catalogo è di Skira.
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