giovedì 7 novembre 2019

MADONNA, QUANTE STORIE!


Proseguono le celebrazioni per i cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci. E a Milano, dove il genio ha vissuto gran parte della sua vita, sono  le più numerose. Oggi si è aperta una nuova mostra al Museo Poldi Pezzoli. Dopo quasi due anni di trattative arriva dall’Ermitage di San Pietroburgo la Madonna Litta. Ma non è solo la bellezza da Sindrome di Stendhal di questa maternità a rendere straordinario l’evento, quanto anche le storie intorno al dipinto.  Creata a Milano nel 1490 è stata forse fra le opere che hanno più viaggiato nel mondo e non per passare da un museo all’altro per esposizioni, quanto da un palazzo nobile all’altro.  A metà del 1500 è in casa Contarmi a Venezia, da dove scompare per riapparire, due secoli dopo, a Palazzo Belgiojoso, fino alla morte di Alberico XII Barbiano di Belgiojoso d’Este nel 1813, quando l’intera pinacoteca di casa viene messa all’asta. Ma al conte Alberto Litta Visconti Arese, come esecutore testamentario, è data l’opportunità di scegliere per sé due opere, una delle quali è proprio la Madonna da cui il nome Litta. Qui resta fino al 1865, quando lo zar Alessandro II la compra e la porta in Russia. I viaggi non sono l’unica storia che circonda la Madonna Litta. Ci sono dubbi sulla paternità di Leonardo,  c’è chi la attribuisce a qualcuno dei suoi migliori allievi come Giovanni Antonio Boltraffio o Marco d’Oggiono. Anche se quei paesaggi dall’orizzonte sconfinato alle spalle della Madonna, garantiscono il tocco leonardesco.  Oltre alla Madonna Litta sono esposte varie maternità e disegni preparatori dei suoi allievi, di cui tre già al Poldi Pezzoli, altri  provenienti  da  tutto il mondo.  Come ha detto Annalisa Zanni direttore del Museo, i curatori Andrea Di Lorenzo e Pietro C.Marani, hanno proceduto con un approccio quasi scientifico, che ha messo in evidenza il modo di lavorare e i rapporti umani nella bottega di Leonardo. E due video  puntualizzano e spiegano questa ricerca. La mostra organizzata, grazie al sostegno di Fondazione Bracco a cui si affiancano Regione Lombardia e Comune di Milano, chiude il 10 febbraio. Il catalogo è di Skira.  

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