Sempre più difficile la vita dei cinefili. Ma anche
di soddisfazione. Il riferimento è la 76° Mostra del Cinema di Venezia, dove il
caldo non perdona e l’accessibilità a proiezioni, conferenze stampa,
presentazioni, è continuamente minacciata da code inesauribili, sovrapposizioni
di eventi, orari stringati. Ma già dal primo giorno l’atmosfera è coinvolgente, sia come qualità dei film, sia come cornice. Solito red carpet preso d’assalto con fans sempre più fanatici
e star sempre più generose a rilasciare autografi e concedere selfie. Temperature elevate fino a tarda
ora, che vedono nella mitica
strada tra l’Excelsior e il Palazzo del cinema affiancarsi, nella stessa folla, ragazze in mutande e top, uomini in canotta e
bermuda e signori in smoking, i più audaci
con giacca in mano, e signore sempre più affaticate su tacchi 12 nascosti
sotto gli scollatissimi(meno male) lunghi da gran sera. Film d’apertura in
odore di Leone La Verité del giapponese Koreda Hirozaku.
Protagoniste Catherine Deneuve nella parte di un’attrice famosa, in una delle
sue migliori interpretazioni, affiancata da Juliette Binoche, figlia trascurata
che arriva a Parigi da New York, dove abita, con un bravissimo Ethan Hawke, nel
ruolo del marito alcolizzato e mediocre attore e la loro deliziosa bambina.
Dialogo sostenuto, film nel film, perché l’attrice recita, battute da commedia, in un contesto che sfiora la tragedia. Dove convivono, odio represso, ambizioni
sfrenate, egoismi, rancori, segreti, verità mai svelate con flash
di sottile ironia, che obbligano a pensare. Ottimo, e non solo per il
forte messaggio, The perfect candidate,
di Haifaa Al Mansour, prima regista donna dell’Arabia Saudita, e uno dei due
registi al femminile sui ventuno della Mostra. Mentre si parla di donne
condannate perché guidano di l’automobile, la storia di una giovane medico che
si candida alle elezioni del consiglio comunale, sfidando tutte le convenzioni.
Tifo e acclamazioni da stadio per Brad Pitt, uno dei primi ad arrivare al
solito imbarcadero dell’Hotel Excelsior. In un incomprensibile cappello con
visiera alla conferenza stampa del film Ad
Astra, di James Gray in cui è un astronauta che va nello spazio a ricercare
il padre, anche lui astronauta (Tommy Lee Jones). Già un primo premio, Leone
d’oro alla carriera, assegnato oggi, secondo giorno, a Pedro Almodovar con
proiezione a seguire di Donne sull’orlo
di una crisi di nervi, il capolavoro che l’ha rivelato.
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