Si nota Valeria, cappello di paglia nero, occhiali da sole e un’enorme borsa rosa che dà luce al suo insieme. Per lei il catering è un’esperienza interessante che le dà modo di vedere e conoscere posti nuovi. Franco, occhiali, faccia simpatica, è contento di quello che fa, seguire il bar, curare la pulizia dell’ostello e dedicarsi alle piante di Casa Maer, per cui è stato molto lodato. Arriva tutti i giorni con il bus e la cosa gli piace. Parla anche a nome di Francesca, sottile, caschetto biondo, sempre sorridente, timidissima tanto da non riuscire a comunicare con chi non conosce. Giulia, coda di cavallo e look alla Audrey Hepburn, è una nuova arrivata, lavora al bar. Non vuole parlare e neanche essere fotografata. Spiega Federica Bacchetti, psicoterapeuta, appassionata del suo lavoro. Siamo a Lavenone nei locali gestiti dalla Co.ge.s.s. Cooperativa Gestione Servizi Sociali della Valle di Sabbia. Nata nel 2013, rientra in AttivAree, il progetto per ridare vita alle Valli Resilienti della provincia di Brescia, finanziato dalla Fondazione Cariplo. Dare lavoro a queste persone non è l’unico obiettivo individuato e raggiunto. “Si fa vivere il paese” spiega Alessandra Bruscolini, giovane e brillante direttore. Nel bar, infatti, trovano un punto dove incontrarsi persone che si sentirebbero emarginate in un paese da cui molti, giovani e meno giovani, sono andati via. C’è Il nonno che tutti i giorni è lì per un caffè, un aperitivo, due chiacchiere e c’è Augusta, detta La Signorina, 92 anni, di Milano con un fisico e uno scatto da ragazza. Vicino al bar c’è l’ostello Borgo Venno, inserito nel circuito Airbnb, con camere a più letti, pulizia ineccepibile, grandi terrazze, e sempre un biglietto con disegno di benvenuto sui comodini. C’è Casa Maer, dal nome della montagna che sovrasta il paese, un loft arredato con eleganza non convenzionale da architetti milanesi, preferito per un week end speciale. Co.ge.s.s. si occupa del catering per eventi. Tra le mete le frazioni di Presegno con undici residenti o quella di Bisenzio addirittura con due. Qui vengono organizzate cene per una cinquantina di persone con musica e spettacolo. Altro luogo scelto è la fattoria La Mirtilla, centro di Psicoterapia legato alle scuole, animato da Francesca. Qui nelle stalle vivono l’asino Sophie con l’irrequieta figlia Mirtilla, due capre prepotenti e il gatto rosso di nome Blu. Sabato scorso c’è stata una cena con piccolo concerto di musica classica sotto il nocciolo. Mesi fa è stato invece organizzato un evento nel settecentesco Palazzo Gerardini Brunori, storica costruzione dove hanno dormito Napoleone e Garibaldi. Delabré ma non fatiscente all’esterno, ristrutturato all’interno, ha ospitato un’installazione realizzata con lavori di bambini. Ma di Napoleone parla soprattutto la Rocca d’Anfo, maestoso forte fatto costruire dal grande corso tra il 1802 e il 1813, per ospitare 400 uomini. Per l’avanzata contro austriaci e Repubblica di Venezia. A picco sul singolare lago d’Idro, dall’aspetto di un fiordo chiuso tra le montagne, si raggiunge solo a piedi su una strada sterrata (v.foto). La visita, salita compresa, varia dalle due ore e mezza alle quattro. Si può fare solo con una guida e Maurizio, competente volontario, è uno di questi.
lunedì 15 luglio 2019
GENTE E PAESAGGI
Si nota Valeria, cappello di paglia nero, occhiali da sole e un’enorme borsa rosa che dà luce al suo insieme. Per lei il catering è un’esperienza interessante che le dà modo di vedere e conoscere posti nuovi. Franco, occhiali, faccia simpatica, è contento di quello che fa, seguire il bar, curare la pulizia dell’ostello e dedicarsi alle piante di Casa Maer, per cui è stato molto lodato. Arriva tutti i giorni con il bus e la cosa gli piace. Parla anche a nome di Francesca, sottile, caschetto biondo, sempre sorridente, timidissima tanto da non riuscire a comunicare con chi non conosce. Giulia, coda di cavallo e look alla Audrey Hepburn, è una nuova arrivata, lavora al bar. Non vuole parlare e neanche essere fotografata. Spiega Federica Bacchetti, psicoterapeuta, appassionata del suo lavoro. Siamo a Lavenone nei locali gestiti dalla Co.ge.s.s. Cooperativa Gestione Servizi Sociali della Valle di Sabbia. Nata nel 2013, rientra in AttivAree, il progetto per ridare vita alle Valli Resilienti della provincia di Brescia, finanziato dalla Fondazione Cariplo. Dare lavoro a queste persone non è l’unico obiettivo individuato e raggiunto. “Si fa vivere il paese” spiega Alessandra Bruscolini, giovane e brillante direttore. Nel bar, infatti, trovano un punto dove incontrarsi persone che si sentirebbero emarginate in un paese da cui molti, giovani e meno giovani, sono andati via. C’è Il nonno che tutti i giorni è lì per un caffè, un aperitivo, due chiacchiere e c’è Augusta, detta La Signorina, 92 anni, di Milano con un fisico e uno scatto da ragazza. Vicino al bar c’è l’ostello Borgo Venno, inserito nel circuito Airbnb, con camere a più letti, pulizia ineccepibile, grandi terrazze, e sempre un biglietto con disegno di benvenuto sui comodini. C’è Casa Maer, dal nome della montagna che sovrasta il paese, un loft arredato con eleganza non convenzionale da architetti milanesi, preferito per un week end speciale. Co.ge.s.s. si occupa del catering per eventi. Tra le mete le frazioni di Presegno con undici residenti o quella di Bisenzio addirittura con due. Qui vengono organizzate cene per una cinquantina di persone con musica e spettacolo. Altro luogo scelto è la fattoria La Mirtilla, centro di Psicoterapia legato alle scuole, animato da Francesca. Qui nelle stalle vivono l’asino Sophie con l’irrequieta figlia Mirtilla, due capre prepotenti e il gatto rosso di nome Blu. Sabato scorso c’è stata una cena con piccolo concerto di musica classica sotto il nocciolo. Mesi fa è stato invece organizzato un evento nel settecentesco Palazzo Gerardini Brunori, storica costruzione dove hanno dormito Napoleone e Garibaldi. Delabré ma non fatiscente all’esterno, ristrutturato all’interno, ha ospitato un’installazione realizzata con lavori di bambini. Ma di Napoleone parla soprattutto la Rocca d’Anfo, maestoso forte fatto costruire dal grande corso tra il 1802 e il 1813, per ospitare 400 uomini. Per l’avanzata contro austriaci e Repubblica di Venezia. A picco sul singolare lago d’Idro, dall’aspetto di un fiordo chiuso tra le montagne, si raggiunge solo a piedi su una strada sterrata (v.foto). La visita, salita compresa, varia dalle due ore e mezza alle quattro. Si può fare solo con una guida e Maurizio, competente volontario, è uno di questi.
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