Il legame tra un dipinto, una
foto, un libro è intuibile. Meno facile scoprire cosa unisce un foulard a uno
scrigno, a un codice segreto, a una
macchina idraulica. E soprattutto che
tutto questo sia
qualcosa che interessa il mondo intero. Il link è Leonardo da Vinci di cui si celebrano
i 500 anni dalla morte. E i modi per farlo sono svariati, anche solo in
Italia. Dalla mostra dei cento disegni
alla Galleria Sabaudia di Torino ai 25 alla Galleria dell’Accademia di Venezia.
Da quella dei macchinari e i modelli di ingegneria idraulica al Museo
Leonardiano di Vinci, allestito nel Castello dei Conti Guidi, alla mostra di
Palazzo Strozzi a Firenze (fino al 14 luglio) in cui le opere di Leonardo sono
affiancate ad altre di coevi come Verrocchio, Ghirlandaio, Perugino,
Botticelli. All’incontro ravvicinato di Leonardo e Andy Warhol, da L’Ultima cena a The last supper in The Genius
Experience, nella Cripta della chiesa di San Sepolcro a Milano. Piuttosto
che Il grande Sacrificio di Lorenzo
Puglisi, ispirato a L’ultima cena, da
vedere a Milano (fino al 28 aprile) nella Sacrestia del Bramante a pochi metri
dal modello(un dettaglio al centro a destra). Proprio qui è stata presentata al pubblico un’altra opera. Si
chiama Il Cenacolo di Leonardo da Vinci,
ma è un volume, edito da Skira, che raccoglie le foto in cui Maurizio
Galimberti ha decomposto il capolavoro. Mettendo in risalto particolari e
dettagli, inquadrandoli con diverse prospettive, sgranandoli, sovrapponendoli in
parte, incrociandoli, creando quasi una tridimensionalità (in alto a sinistra). Un’operazione che il
fotografo aveva fatto, sempre con Polaroid, su altre opere d’arte, su suoi
ritratti di celebrities e immagini di città. Un’interpretazione coraggiosa, sicuramente, ma non ambiziosa,
che sarebbe folle. Piuttosto preziosa perché suggerisce modi per meglio guardare
e apprezzare ancora di più l’opera del genio. I visi e le mani di Gesù e degli
apostoli, il pane sulla tavola, inquadrati e ritagliati, sembrano aggiungere
qualcosa alla storia. E poi ci sono i piccoli oggetti
del quotidiano. Ecco gli accessori di De Wan, presentati durante la Design Week,
come il foulard con il Ritratto di
fanciulla in cinque varianti di colore (foto in basso). Le borse in pelle con una frase
tratta dal Codice sul volo degli uccelli,
o i bijoux che riecheggiano quelli delle dame di La Belle Ferronière. Pinifarina Segno, infine, ha creato Codex in alluminio e noce massello, uno
scrigno da scrivania progettato dagli Studenti dell’Istituto Europeo di Design
di Torino, in 500 pezzi numerati e firmati. Non solo il nome racconta Leonardo,
ma la sua forma richiama quella di Cryptex,
oggetto che Dan Brown nel suo best seller attribuisce a Leonardo, apribile solo
allineando le lettere per comporre il codice segreto (in alto a destra).
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