A STAR IS BORN
Se si eccettua il temporalone,
annunciato peraltro da giorni , non ci sono stati eventi shock in questa terza
giornata di Mostra del Cinema. Certo la pioggia ha ridotto un po’ l’affluenza,
ma non ha scoraggiato la massa dei curiosi accampati davanti al tappeto rosso
del Palazzo del Cinema. Gli ombrelli, usati per ripararsi dal sole ma
soprattutto come segnaposto, hanno trovato la loro funzione primaria. La
pioggia non ha scoraggiato neanche le lunghe code per le proiezioni più ambite.
Tra queste The ballad of Buster Scruggs,
l’attesissimo film dei fratelli Cohen, un western a episodi, stile cinema
italiano anni ’60, hanno commentato Ethan e Joel, con soggetti meditati dai
registi-sceneggiatori da più di vent’anni. Sei i racconti, ognuno con un tema
anche di attualità, ma tra le righe, uno spiccato senso della parodia, una
tendenza al politically uncorrect. Girati
fra Nuovo Messico e Nebraska. Da Leone d’oro soprattutto il primo con uno
strepitoso Tim Blake Nelson (foto in alto),vera rivelazione, nel ruolo del cow boy supervincente, ma tutto al
contrario dell’eroe positivo. A cominciare dalla mise da fighetto. Ottima
la fotografia come sempre e curatissimi i dettagli. Frutto di continue prove e
perfezionamenti. Per la scena iniziale di pochi minuti, ha spiegato Nelson,
hanno lavorato tre giorni per trovare la
buona. Tifo da stadio anche per A star is born diretto e intrepretato
dal sex symbol Bradley Cooper e da Lady Gaga, agli esordi come attrice, in
quella che fu la parte di Judy Garland e Barbara Streisand. Prima volta anche
per Bradley, oltre che dietro la macchina da presa, anche come cantante. Con
buoni risultati. Delude un po’ le aspettative di chi ha fortemente amato il
cinema di Mike Leigh, il suo Peterloo.
Troppo lungo con le sue due ore e mezza. Il film racconta del tentativo di rivoluzione
popolare in Inghilterra dopo la vittoria di Waterloo, calcando sui punti di
contatto con situazioni politiche contemporanee. Non così atteso, ma
piacevole Amanda del francese Michael
Hers. Una storia soprattutto di sentimenti, senza eroi, ma con la voglia di
trovare l’antidoto ai grandi dolori della vita. In una Parigi ben fotografata.
Brava Luisa, leggo sempre i tuoi post sulla Biennale CInema. Ale
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