giovedì 7 giugno 2018

LA STORIA CHE NON LASCIA INDIFFERENTI


Potrebbe essere classificato come una biografia, anche se in realtà non lo è. Perché non si riferisce a un personaggio ma al rapporto fra due persone. Al centro di MoranteMoravia di Anna Folli (Neri Pozza), infatti, c’è la storia d’amore di Elsa Morante e Alberto Moravia. Non a caso Una storia d’amore è anche il sottotitolo. Ma non è per questo che il libro incuriosisce, appassiona e si legge d’un fiato, nonostante le 300 pagine. Intanto lo stile, scorrevole, fluido, chiaro, ma soprattutto lo sguardo dell’autore, distaccato, senza prendere parti o lasciare intravvedere giudizi. Ma nello stesso tempo con quell’attenzione alla documentazione precisa, a non trascurare dettagli, tipico dell’approccio giornalistico, che racconta il grosso lavoro che ha preceduto la stesura. Fatto di interviste a personaggi che hanno conosciuto la coppia. Di alcuni riportate a flash indirettamente, altre direttamente come le due alla fine a Daniele Morante, nipote di Elsa, e a Dacia Maraini.  Ma anche di consultazione di archivi e giornali, di ricerca foto (alcune sono nel libro). Tutto scritto nei ringraziamenti finali. Attraverso il loro rapporto d’amore si mettono a fuoco i due scrittori, se ne segue la vita e le vicende con passione. “Erano una coppia leggendaria” si legge nel risvolto di copertina "Eppure non potevano essere più diversi”. Oltre che diversi fra loro, appaiono  molto  diversi da come  si immaginano. L’autore di Gli indifferenti, pietra miliare della letteratura mondiale, ma anche convincente e arguto critico cinematografico, così sicuro di sé da apparire egoriferito, affascinante, seduttore, si rivela una persona dolce, dalla profonda sensibilità, protettivo con Elsa Morante a cui rimane sempre legato da un amore importante, nonostante le sue molte relazioni. L’autrice di La Storia, uno dei romanzi più belli che mai siano stati scritti, non è la donna determinata e superiore. Ma una donna, certo intelligentissima, ma problematica, con complessi d’inferiorità,  che non è mai riuscita a superare il peso di un “segreto” di famiglia, che si vergogna della sua povertà tanto da ignorare la madre, che soffre di meschine gelosie, con innamoramenti folli ed estemporanei, capace di umiliare  per la voglia di dire sempre la verità. Molto più artista, che donna. Nella lettura  si finisce per tenere per lui, razionale, generoso, l’eroe buono. Lei diverte, si condividono certi suoi atteggiamenti, ma se ne condannano molti altri. Alle volte è così insopportabile da provocare indignazione,  ma alla fine per lei si prova una grande tenerezza e per lei ci si commuove.    

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