Può sembrare presuntuoso e soprattutto irriverente proporre
un omaggio a Bertolt Brecht attingendo dalle musiche sue e di Kurt Weill e
nello stesso tempo tenere la scena viva, suscitando risate sentite. E’ l’operazione coraggiosa in
cui è riuscito Claudio Gaj (classe 1988) con Raucherinnen (im strapse) allo Spazio Di là di Milano. Suo il
testo, sua la regia, sua l’esecuzione al pianoforte dei pezzi riadattati. Ma il successo dello spettacolo, in cui Gaj ha anche
un ruolo più che di comparsa, si deve molto alla convincente interpretazione di
Barbara Mattavelli (nella foto a sinistra)e Delia Rimoldi. La prima nella parte di Shatzi, giovane
attricetta di avanspettacolo con un curriculum sostanzioso da prostituta, la
seconda in quella di Ingeborg, supponente moglie e madre di una rispettabile
famiglia borghese. In un ufficio militare nella Berlino anni ’40, venute a cercare notizie l’una del
fidanzato, l’altra del marito scomparso in guerra, scoprono che è la stessa
persona. Ne segue un dialogo movimentatissimo
in cui l’azione fisica in crescendo gioca la parte più importante. A colpi di scopa, calci, pugni, spintoni, schiaffi, minacce con la pistola, si affrontano con la più insospettabile
violenza, che curiosamente le rende simili, nonostante l’età e il livello
socio-culturale. La lite è intervallata
da a solo di canto e ballo nel
perfetto stile del cabaret brechtiano. Dove l’humor vince il melodramma ed è
sovrano. Senza nessuna pretesa di rivalsa o di contraddire l’affermazione dello
stesso Brecht “La storia è orrenda, senza humor”. Da vedere ancora oggi e
domani.
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