Già la copertina intriga e piace, e comunque non dà
la sensazione di una lettura pesante, che la parola Joyce del titolo può
sicuramente dare a molti. Perché per quanto saggi, convegni, studi abbiano
cercato di sfatare questa credenza, il
romanzo dello scrittore irlandese resta uno di quei capitoli della grande
letteratura che intimoriscono, anzi respingono. E la copertina di Leggere l’Ulisse di Joyce di Giuliana
Bendelli (edizioni Vita e Pensiero), non è solo ben scelta perché colorata, ma
perché è perfettamente coerente e anticipa i contenuti del libro. E’ uno dei
111 dipinti olio su tela con cui l’artista Paolo Colombo racconta, capitolo per capitolo, l’Ulisse. E già in questi si vede quelle
incredibili caratteristiche dell’opera di Joyce che così bene Bendelli, docente
di Letteratura inglese all’Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano, riesce a evidenziare. E cioè la
straordinaria capacità descrittiva, con i minimi dettagli che coinvolgono il lettore come un film, pur
con quella patina di surreale humour. E poi la teatralità. Nel senso che tutta
la vicenda si svolge in un giorno, in diversi luoghi sempre a Dublino, con
una quasi unità di tempo-luogo-azione. E’ infatti la giornata di Leopold Bloom, il protagonista, ripreso e narrato nei suoi incontri. Un Ulisse dei
tempi nostri che invece di attraversare oceani percorre vie cittadine, entra
in negozi, bordelli, osterie, partecipa a funerali, per poi rientrare
finalmente a casa dove ad attenderlo non c’è una improbabile e virtuosa
Penelope, ma una viva e spregiudicata Molly. Con l’aiuto di foto, cartine,
schemi il libro diventa anche una guida raffinata di Dublino, consigliabile a
quanti vogliono vedere la città in un modo diverso. Non una novità certo, ma mai
come in questo caso con riferimenti così inediti, sconosciuti, puntuali senza
essere pesantemente dotti. Ottime e in linea la prefazione di Massimo
Bacigalupo, docente, saggista e regista, inventore e organizzatore del Bloomsday
di Genova, e i saggi di Giulio Giorello, fra mito e scienza, e di Enrico
Terrinoni, autore di una traduzione dell’Ulisse
del 2013 con un linguaggio contemporaneo, una veste editoriale e un prezzo che
rendono l’opera più accattivante e per tutti. E non il mostro sacro che fa
paura.
martedì 29 agosto 2017
martedì 22 agosto 2017
UN EROE DA SCOPRIRE
lunedì 14 agosto 2017
LE CIRQUE DE LA LUNE
Non c'è stato nessun battage pubblicitario, cosa abbastanza normale in Riviera Ligure. Restano per mesi i manifesti di una sagra di asado e paella, tipici piatti del luogo, ma viene dedicato pochissimo spazio o solo un passaparola a spettacoli di rilievo. E quello dello scorso giovedì in un giardino privato era di questo genere. Difficile definirlo, potrebbe avere punti di contatto con il Cirque du soleil, nel senso che puntava su esibizioni acrobatiche e non venivano utilizzati animali, almeno non i soliti. La compagnia, di cui non è chiara la provenienza, sembra si esibisca solo all’esterno e solo di notte. Senza alcuna musica di accompagnamento i ballerini-atleti si slanciano da un albero all’altro, si inseguono spericolati su cornicioni, si arrampicano su griglie, cancellate, divisori. Con passi felpati, leggeri come piume, percorrono le foglie di palme, neanche fossero tappeti . Unica musica il sibilo delle fronde mosse dal vento. Grande attenzione per la regia, che non prevede interruzioni, momenti di passaggio, intervalli. Studio perfezionistico delle luci per mettere in risalto i movimenti, ma non lasciare neanche intuire le fisionomie. Impossibile non solo individuare il sesso degli artisti, per quanto a distanza ravvicinata, ma perfino vederne i costumi. C’è chi sostiene che si esibiscano nudi. Interessante anche il modo in cui riescono a coinvolgere il pubblico spostando continuamente la scena e prendendo di sorpresa, fino quasi a spaventare gli spettatori. Tanto che le grida di paura spesso si mischiano agli Ohhh di ammirazione fino a confondersi con gli applausi. Molti e veloci i bis, nessuno spazio, invece,dedicato ai saluti. Per quanto ci siano state varie richieste, anche per dei matinée, non c’è stata alcuna replica. C’è chi parla di un’enorme compagnia che gira il mondo spostandosi soprattutto con le navi. Ma c’è anche chi, animato da spirito leghista, si premunisce con topicidi.
martedì 8 agosto 2017
CINEMA ALTA QUOTA
Nuvolette bianche circondano il numero 20. E’ il logo del Cervino Cine Mountain, il festival internazionale del cinema di
montagna che festeggia dal 5 al 14
agosto la sua ventesima edizione. Una scelta grafica la nuvola molto presente
nella pittura e nell’arte figurativa in genere, ma anche rilevante
nell’ambiente degli scalatori, perché indicatrice di variazioni climatiche. In
concorso 48 film di cui alcuni inediti, di diversa provenienza e durata. Dai 4
minuti di Si va…Si va.. documentario su
una scalata perduta dell’italiano Francesco Ballo ai 95 di Sherpa dell’australiana Jennifer Peedom.
Tema comune la montagna da tutti i possibili punti di vista. Dal diario alla
favola, dal documentario alla testimonianza. A far da cornice incontri e
dibattiti con personaggi vari. Ad aprire il 5 agosto un Apérofestival al Café
des guides (foto in basso), con gli arrangiamenti originali dei Tromboni di Campagna, masterclass
2017 dell’Orchestra Verdi di Milano, condotta da Giuliano Rizzotto (foto al centro). Nessuna
musica montana, ma classiconi tipo My Way e Georgia, più il divertente Zapping mix delle colonne sonore dei telefilm
cult degli ultimi trent’anni. A inaugurare gli incontri un tête-à-tête dei Ragazzi
di campagna Renato Pozzetto e
Massimo Boldi, moderato dal giornalista della Gazzetta dello Sport Luca
Castaldini. Ricordi, aneddoti, con flash dei vari film sia dei due attori insieme, sia
separatamente, di cui alcuni girati anche a Cervinia. Pubblico coinvolto ed
entusiasta, e molte risate. Sempre al cinema di Cervinia un incontro con Pietro
Crivellaro e Giovanni Zanetti sulla vera storia della conquista del Cervino e un
omaggio a Walter Bonatti di Lella Costa. Tra gli appuntamenti più attesi, la
salita oggi al Grand Tournalin, l’antico osservatorio della conquista al
Cervino, con Hervé Barmasse, considerato l’erede di Messner, e il padre Marco.
E gli incontri al Centro Congressi di Valtournenche, dove sono proiettati tutti
i film, con Alain Robert, l’uomo che si arrampica sui grattacieli, il 9 agosto.
Quello con Mira Rai la trailer runner nepalese
venerdì 11. Nella Sala Consiliare sempre di Valtournenche sabato 12 è di scena
Manolo, considerato la leggenda del free climbing italiano. Il 13, dopo la
premiazione, ancora Alain Robert protagonista dello spettacolo originale di Gian Luca Rossi dal promettente
titolo Vertigo. Tra le novità di
questa edizione una piccola sessione di sette film dedicati ai bambini, tutti
di autori stranieri.
giovedì 3 agosto 2017
RITORNO A REAL MOUNTAIN
Sembra tramontata la mania di ricreare in paesaggi
ben connotati elementi di paesaggi ugualmente ben connotati, ma all’opposto. E
non si parla delle tanto chiacchierate palme di Piazza Duomo a Milano. Ma delle
piste di sci all’interno di mega-capannoni in paesi con una temperatura media
di 40 gradi o delle più semplici finte montagne per il free climbing sui lungomare del Mediterraneo. O ancora delle
spiagge nel pieno centro di una metropoli con ombrelloni, chaises longues, sabbia
o di quelle più piccole fra prati e boschi a duemila metri. Paris Plage certo
funziona e ogni anno si rinnova con incredibili attrazioni. Tre piscine con
ingresso libero nel Bassin de la Villette, navigazione con barche elettriche
nei Canali Saint Martin, Saint Denis, de
l’Ourcq e poi festival, spettacoli ecc.
Il successo è dovuto all’aver dato la possibilità di “vacanze kilometro zero”
ai parigini che non possono permettersi destinazioni più lontane. O ai turisti
in transito, che non risiedono in cinquestelle con Spa e piscina. Non aggiunge niente
alle mille cose da vedere a Parigi. Ma ricreare una situazione di spiaggia in
località di villeggiatura montane perde qualsiasi significato. Se sdraio e
solarium sono apprezzabili, la sabbia è davvero un di più. Ma sembra appunto
che questa mania di travestimenti della
natura stia diminuendo. Cervinia, per esempio, fra le antesignane dell' operazione, continua a mantenere le sue terrazze con ombrelloni e lettini, ma
ha abolito sabbia, secchiello e palette. E in generale punta su sport decisamente
montani. A parte lo sci sulle nevi di Plateau Rosa a quasi 4000 metri, suo
innegabile fiore all’occhiello, organizza eventi e corsi, appuntamenti sempre
più legati alla montagna. Dal muro delle arrampicate (vero) al rifugio-museo, ai raduni, alle corse
in bicicletta da cross. Molta attenzione anche alla cucina tipica. Se al posto
dell’ennesima boutique che non è riuscita a sfondare si sta installando un
Sushi bar, è però vero che quasi ogni dieci metri nel piccolo centro è
possibile gustare i piatti della tradizione o acquistare formaggi, dolci e vini
della zona.