stranieri.
Tanto che si sta parlando, anche se in termini vaghi, per la prossima edizione di
aumentarne di un giorno la durata. Il secondo conferma i dati soddisfacenti
della scorsa stagione. Per entrambi la ricetta vincente è la ricerca, di marchi
particolari o di avanguardia, per potere
essere veramente di servizio per i compratori. Tra gli atout di White,
oltre gli spazi ben modulati del
Superstudio e la sua posizione, la White Artisan Lounge. Con le collezioni di
sedici piccole aziende artigianali tutte italiane di scarpe e borse. Si va
da scarpe e borse con gli emoticon di A.Testoni(in basso) agli scarponcini con
catene dorate, invece di stringhe, di Le dangerouge Shoes. Prendono spunto dal
pavimento di
Palazzo Ducale per gli intarsi delle loro scarpe i fratelli
Martignon, produttori dei più prestigiosi marchi francesi, ora al debutto con
la collezione Rosso Venezia. Tra i pezzi forti uno stivale con fiocchetti
applicati che richiede sette ore di lavorazione. Sono fatte con scampoli di
cavallino stampato le borse di Matilde Upcycling, da portare a tracolla, per i
manici o come pochette. Meno favorito dalla collocazione Super in The
Mall nella nuova piazza Lina Bo Bardi.
Luogo scenografico, ma non così al
centro del mondo-moda. Pochi i marchi conosciuti. Varie e curiose le aziende di
nicchia come gli Opifici Casentinesi con i cappotti, appunto di Casentino,
dalle diverse modellature e dalle insospettabili palette di colori. O i giovani talenti, tutti
stranieri, selezionati da Vogue Italia. Come Percy Lau cinese di Hong Kong con
gli occhiali ispirati al dadaismo o completamente decostruiti(in alto). E Alexander
Arutyunov, georgiano che vive a Mosca, con un total look che va dalla giacca
stile militare all’orecchino barocco (al centro).
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