E’ vero che è la zona più soleggiata
della Svizzera, ma non è quello che rende attraente Lugano. Può sembrare una banalità, ma la città
ticinese è da vedere per altri aspetti che non sono il lungolago, i parterre dei caffè di Piazza della
Riforma, piuttosto che i monomarca prestigiosi di Via Nassa, presenti da Capri
a Tokyo. Fortunatamente qui intervallati da molti negozi di orologi e sempre
meno negozi di cioccolato. La Lugano che affascina è quella che mette insieme
le architetture contemporanee, non necessariamente di Mario Botta, a capolavori
non così conosciuti del passato. Quanti sanno che nella piccola Chiesa di
S.Maria degli Angioli c’è un affresco di Bernardino Luini con una straordinaria
crocefissione di Cristo con ben 130 personaggi? E di questi quelli della fascia
più in basso sono a grandezza naturale, compresi tre autoritratti dell’artista
in diverse identità e un ritratto del suo maestro Leonardo da Vinci. I colori
sono eccezionali, pare influenzati dalla pittura dei fiamminghi. Più vicino
all’altare centrale da notare due affreschi con la Gerusalemme del Vangelo.
Sono di un autore minore, ma così particolari da aver appassionato un ragazzo americano che ne ha
fatto il soggetto della sua tesi di laurea. Accanto alla chiesa quel che resta
del convento francescano. Con un chiostro (foto in basso)interrotto a sorpresa dalla parete di
un avveniristico edificio, che a sua volta utilizza la facciata di un grand
hotel Belle Epoque. Annesso e collegato il LAC, il centro culturale Lugano Arte
e Cultura, inaugurato nell’autunno 2015 (foto al centro). All’interno sale per mostre, sempre aggiornatissime, saloni per convegni e
un teatro da mille posti con la migliore
acustica del mondo. Nell’idea del
progettista Ivano Gianola, architetto della cosiddetta scuola Ticinese, l’idea
di fare di questo complesso un luogo di passaggio da vivere nella quotidianità
oltre che per gli eventi. Ed è più che un invito il cortile con i cipressi, il
prato e il grande olivo, portato dall’Italia, che si staglia contro la parete
di marmo verde. A pochi passi quel che resta della vecchia funicolare che a
fine Ottocento portava gli ospiti dei grandi alberghi del lungolago alla
stazione(foto in alto). E’ un pezzo di archeologia urbana quanto mai interessante, da gustare
percorrendo lentamente i 200 gradini che lo affiancano. Con il continuo regalo
di scorci inaspettati.
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