La più conosciuta e resistente nel tempo è quella
dei coccodrilli nelle fogne di New York. Nonostante le numerose smentite,
ovviamente mai ufficiali, continua ad avere i suoi credenti. Supportati dalla
passione in aumento per i pet stravaganti. Le leggende metropolitane fiorite
negli anni Ottanta sono a poco a poco
scomparse quasi in concomitanza con l’uso di Internet e dei Social, che
hanno sostituito il passaparola nella circolazione delle false notizie. E le
hanno rese meno interessanti. Non così universale e internazionale come la
leggenda dei coccodrilli nella grande mela, ma fortissima, almeno nel nord
Italia quasi per un anno, la bufala
del topo delle Filippine. Ben congegnata, metteva insieme il gusto per i
trekking dei post fricchettoni e la propensione ad adottare cani. In un certo giro di gente
tutti avevano amici che avevano raccontato di cosa era successo ad amici di amici. I
nomi non si facevano mai. Ma la storia era sempre più plausibile tanto che la
smentita era stata data addirittura in prima pagina di un noto quotidiano. Gli
autori erano due spiritosi giornalisti,
decisamente capaci di trattare le notizie. Meno seguita, nello stesso
periodo, la storia della vecchietta che chiedeva un passaggio di sera e una volta
salita in macchina scompariva nel nulla. Da qualche mese a Milano, sfidando Facebook, Instagram e via dicendo, è
comparso il caso delle signore sulla 94. Essendoci varie pezze d’appoggio si può perfino pensare che non sia una leggenda
metropolitana. Su quell’autobus con un percorso
centrale, una frequentazione piuttosto alta come reddito, e quindi ottimo bacino di utenza per ladri e
borseggiatori, due o forse tre o anche quattro amiche, professioniste ora in
pensione,tutte vittime di furti sulla 94, hanno deciso di vendicarsi. E così
viaggiano su quell’autobus, quasi tutti i giorni, elegantemente vestite e con
attraenti borse, firmate e un po’ aperte, in cui infilano una molletta tipo trappola per topo, che se
toccata dal malintenzionato si richiude
sulla mano. Con intuibili conseguenze. Non resta che aspettare di sapere la
verità. Intanto qualcuno si chiede se le centraline semaforiche diventate tele
d’artisti siano per caso telecamere(foto Carolina Sandroni).
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