C’è un
legame fra una chiesa dal barocco scatenato e un anfiteatro romano o una
cattedrale romanica dalla linearità esemplare. Possono convivere una
distesa di ulivi millenari e un piccolo aranceto con sentieri e aiuole da
giardino all’italiana. C’è una masseria, e qui si capisce che siamo in Puglia,
dove tutto è rimasto come nel Settecento, eccetto i confort aggiornati, si è
accolti da un distinto signore che con humour nonchalant definisce ospiti, e non
clienti, quelli che risiedono nelle diciotto stanze della casa, si è serviti a
tavola da una deliziosa antropologa e si può imparare a fare le orecchiette .
E ce n’è un’altra, invece, con saloni
hollywoodiani che trasudano lusso e bianco accecante, dove i matrimoni con trecento persone sono all’ordine del giorno e in cucina c’è uno chef stellato che sembra uscito da un casting per modelli. Apparentemente non potrebbero convivere nello stesso territorio. Invece in Puglia ci sono, anche a distanze ravvicinate tra loro. Dietro ogni metro di strada, ogni edificio, addirittura una pianta, c’è una storia millenaria. Impossibile da recepire in pochi giorni. A meno di lasciarsi trasportare dall’effetto immediato, dalla prima sensazione entusiasmante, garantita quasi dappertutto. Dal palazzo all'insegna di una cioccolateria, da uno strano portone a una valigia piena di piante in un angolo di un vicolo, a una chiesa imponente. Tutto qui è forte, quasi emblematico. Uno stile diventa idea platonica di quello stile. Uno scorcio diventa lo scorcio assoluto. Non ci sono vie di mezzo. C’è il bianco abbagliante dei muri di Ostuni dove la cattedrale è sulla sommità del paese, dominante e irreale come in una fiaba. E c’è il barocco in pietra friabile di Lecce. Nella chiesa di S.Chiara il soffitto all’interno è in cartapesta. Il Duomo è una rivelazione, soprattutto la sera. E soltanto in minima parte è responsabile la luce che lo illumina. Sbucando sulla piazza ci si imbatte in un barocco lavoratissimo, ma è solo il fianco della chiesa, che nella facciata è rimasta romanica. A Ostuni nell’ex Monastero carmelitano , trasformato in Museo delle civiltà preclassiche della Murgia meridionale ci sono i calchi di due sepolture, di cui una donna vissuta 25 mila anni fa, rinvenuta nella vicina grotta di Agnano, con lo scheletro del feto che aveva in pancia. Nella cattedrale del XV secolo romanico-gotico il rosone ha 24 raggi che raccontano con poesia e rara bellezza le 24 ore del giorno. Di fronte, a sorpresa, una settecentesca replica del veneziano Ponte dei Sospiri collega due palazzi (v.foto). A Lecce, ogni giorno a mezzogiorno, un altoparlante sul palazzo del Comune trasmette le canzoni di Tito Schipa, tenore leccese degli anni Trenta. A fianco del cinquecentesco palazzo del Sedile c’è un enorme anfiteatro romano, dove delle incisioni raccontano che qui avvenivano combattimenti con gladiatori e fiere. A poche centinaia di metri, nelle vie della movida, c’è un piccolo museo con reperti archeologici, scoperti di recente da dei ragazzi che in quegli spazi volevano aprire un locale.
hollywoodiani che trasudano lusso e bianco accecante, dove i matrimoni con trecento persone sono all’ordine del giorno e in cucina c’è uno chef stellato che sembra uscito da un casting per modelli. Apparentemente non potrebbero convivere nello stesso territorio. Invece in Puglia ci sono, anche a distanze ravvicinate tra loro. Dietro ogni metro di strada, ogni edificio, addirittura una pianta, c’è una storia millenaria. Impossibile da recepire in pochi giorni. A meno di lasciarsi trasportare dall’effetto immediato, dalla prima sensazione entusiasmante, garantita quasi dappertutto. Dal palazzo all'insegna di una cioccolateria, da uno strano portone a una valigia piena di piante in un angolo di un vicolo, a una chiesa imponente. Tutto qui è forte, quasi emblematico. Uno stile diventa idea platonica di quello stile. Uno scorcio diventa lo scorcio assoluto. Non ci sono vie di mezzo. C’è il bianco abbagliante dei muri di Ostuni dove la cattedrale è sulla sommità del paese, dominante e irreale come in una fiaba. E c’è il barocco in pietra friabile di Lecce. Nella chiesa di S.Chiara il soffitto all’interno è in cartapesta. Il Duomo è una rivelazione, soprattutto la sera. E soltanto in minima parte è responsabile la luce che lo illumina. Sbucando sulla piazza ci si imbatte in un barocco lavoratissimo, ma è solo il fianco della chiesa, che nella facciata è rimasta romanica. A Ostuni nell’ex Monastero carmelitano , trasformato in Museo delle civiltà preclassiche della Murgia meridionale ci sono i calchi di due sepolture, di cui una donna vissuta 25 mila anni fa, rinvenuta nella vicina grotta di Agnano, con lo scheletro del feto che aveva in pancia. Nella cattedrale del XV secolo romanico-gotico il rosone ha 24 raggi che raccontano con poesia e rara bellezza le 24 ore del giorno. Di fronte, a sorpresa, una settecentesca replica del veneziano Ponte dei Sospiri collega due palazzi (v.foto). A Lecce, ogni giorno a mezzogiorno, un altoparlante sul palazzo del Comune trasmette le canzoni di Tito Schipa, tenore leccese degli anni Trenta. A fianco del cinquecentesco palazzo del Sedile c’è un enorme anfiteatro romano, dove delle incisioni raccontano che qui avvenivano combattimenti con gladiatori e fiere. A poche centinaia di metri, nelle vie della movida, c’è un piccolo museo con reperti archeologici, scoperti di recente da dei ragazzi che in quegli spazi volevano aprire un locale.
mi mancano "l'intricato dedalo di viuzze" e "nella suggestiva cornice" ma la MIA Espanet c'è tutta!!!! Sorry... son qui col conte!
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