Quando
si vede uno spettacolo come La cativìssima
(con una sola T)- Epopea di Toni Sartana, viene di
pensare a quanto si sono divertiti gli attori nelle prove. Certo dietro c'è un enorme
lavoro, perché tutto è perfetto. Ma è anche vero che non ci può essere quel
ritmo incalzante, quella freschezza, quel continuo
di comicità che tiene incollati alla poltrona, se non c'è una forte sinergia tra
chi sta sul palcoscenico. In scena dal 26 novembre al 6 dicembre al Teatro
Menotti di Milano, La cativìssima, prodotta
dal Teatro Stabile del Veneto, racconta l'ascesa al potere di un assessore
regionale veneto, appunto Toni Sartana. La regia è di Natalino Balasso che ne è
anche interprete nella parte di Sartana. Con lui i bravissimi Francesca Botti,
Marta Dalla Via, Andrea Pennacchi, Silvia Piovan, Stefano Scandaletti che si
destreggiano in vari ruoli, davvero irriconoscibili
e con una velocità alla Fregoli. Tutti gli elementi della satira ci sono, compresi qualche luogo comune,ma abilmente lavorato, innumerevoli colpi di scena e situazioni
assolutamente inedite. L'arrembaggio e la corsa al potere di personaggi di
bassissimo livello, desiderosi solo di schei, per quanto portata
all'esasperazione, prende molto dalla realtà. Anche non limitandosi agli
aspetti più clamorosi ed evidenti. Ma toccando risvolti meno ovvii, che
denotano una grande capacità critica dell'autore. Semplice, ma funzionale per
creare le varie situazioni, la scenografia, fatta da container e casse che
diventano di volta in volta strada, tinello piccolo borghese, salone alto
borghese e perfino spalti di un'aula giudiziaria.Più di due ore di spettacolo,
che scorrono velocissime, in cui si ride, ci si diverte, si pensa, anche se non
c'è nessuna volontà ambiziosa di dare messaggi. Da vedere.
Info:
www.teatrostabileveneto.it
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