da vedere, anzi da calpestare, fino a gennaio 2016. Ogni tombino porta un disegno particolare
firmato da una maison di moda. Svariati
i soggetti, ma sempre conformi agli intenti e allo spirito del brand. Ed ecco quasi all’angolo con Via
Manzoni un muso di ariete con tanto di corna, a ricordare l’importanza della
lana per Ermenegildo Zegna. Gambe
svettanti su tacchi perversi per il tombino di Giuseppe Zanotti Design, poco
più avanti. Geometrie sul rosso, ça va sans dire, per Valentino.
Una spirale di colori per Missoni. In bianco e nero per Prada. Giochi cromatici
e scritta per Etro. Un pizzo per Alberta
Ferretti. Microlevrieri per Trussardi. Ispirato al futurismo di Balla il tombino
di Laura Biagiotti. A sorpresa Ferragamo di fronte al suo negozio dipinge
animali da safari con lo sfondo di grattacieli metropolitani. Lo skyline di una
collina umbra per Brunello Cucinelli. Giorgio Armani non si smentisce e punta
sul minimalismo delle iniziali. Patchwork di colori per Pucci, la Medusa, e
cosa se no, per Versace. Coerente anche Just Cavalli, guru del maculato, col muso di un ghepardo. Per
DSquared due visi uguali e caricaturali per insistere sui gemelli stilisti.
Sinfonie sull’azzurro per Larusmiani. Completano “la galleria” i tombini
disegnati dagli studenti della scuola Marangoni e quello firmato da Camera della moda, che ha collaborato in partnership con
Oxfam Italia alla mostra ideata, curata e coordinata da Monica Nascimbeni.
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