mercoledì 3 dicembre 2014

TUTTO SU BRAMANTE


Basta guardare quell’affresco (strappato e trasportato su tela) con Eraclito e Democrito (v.foto) per rendersi conto che Donato Bramante è stato un genio poliedrico. Il mappamondo testimonia le sue conoscenze oltre che da pittore da cosmografo. I due  personaggi, in un ambiente che  richiama la scuola di Atene, più che rivelare il ritrattista ne dimostrano la cultura filosofica. Dire  che era un grande architetto, come è conosciuto dai più, è riduttivo. Fa quindi piacere che a cinquecento anni dalla sua morte la Pinacoteca di Brera a Milano gli dedichi ,dal 4 dicembre al 22 marzo, la mostra “Bramante a Milano. Le arti in Lombardia 1477-1499”  che ben evidenzia il suo ecclettismo. Quel suo essere regista più che esecutore, progettista di spazi più che vedutista.  Il duro compito dei curatori è stato quindi quello di mostrare i lavori di quei 22 anni trascorsi alla corte dei Visconti in Lombardia, confrontandoli con l’arte del periodo. Le opere pittoriche sono poche ed è anche stato difficile reperirle, perché molte sono andate distrutte. L’esposizione, che è divisa in cinque sezioni, si apre con due reperti che presentano  il personaggio: c’è una moneta che racconta la sua attività di architetto a Roma e un foglio con una perizia da ingegnere. Ma poi si scopre la sua conoscenza nei marmi, nelle pietre preziose e anche la sua capacità di scrittura e di poeta. Mentre un pannello con foto illustra le sue opere architettoniche in Lombardia. Per quanto tutto sia molto curato, ci sia un’approfondita documentazione su basi scientifiche e non solo estetiche, resta il dubbio  se questa mostra, complessa da realizzare anche per gli spazi (quelli di un museo e non di una galleria),  non sia  troppo difficile per  il grande pubblico. Certo il catalogo di Skira, come al solito di alto livello, non può essere d’aiuto. Si vedrà. Anche perché a Milano, prima città ad aderire al progetto del ministro Franceschini, la prossima domenica tutti i musei   saranno aperti e a entrata gratuita. E forse il fatto che l’esposizione abbia  come sponsor Giorgio Armani può essere un motivo d’attrazione.   

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