A Milano sta per aprire le porte un nuovo museo,
con un’esposizione in divenire. Si tratta di Palazzo Citterio che diventerà parte sostanziale del progetto
Grande Brera, contemplato da anni. Fa piacere vedere i nuovi grattacieli
milanesi, che hanno rivoluzionato lo skyline della città, ma fa quasi più piacere quando si vede il
recupero di antichi palazzi dimenticati. Acquistato negli anni ‘70 dal Comune per diventare un ampiamento dell’Accademia,
Palazzo Citterio ha passato incredibili vicissitudini. Restauri
interrotti per
mancanza di fondi, ordinanze di sospensioni, provvedimenti vari, poi negli anni
Ottanta il progetto dell’Ipogeo affidato all’architetto inglese James Stirling. Nel 2010 ospita L’isola dei porci, la prima grande
mostra personale di Paul Mc Carthy. Ora, finalmente, a ottobre iniziano i lavori di restauro. Non da poco certo. Come ha
spiegato Alberto Artioli, responsabile del progetto insieme ad Annamaria
Terafina, ci sono molti aspetti da tenere presenti. Come salvaguardare tutti i
valori del palazzo settecentesco e nello stesso tempo selezionare gli
interventi degli anni ’70 per vedere quali recuperare. Si deve pensare ai
collegamenti verticali essendo stato eliminato lo scalone originale. Ma anche
al collegamento con Brera, non solo
fisico, attraverso l’Orto Botanico. L’esigenza quindi di risistemare il
giardino che era stato sacrificato per l’Ipogeo di James Stirling. Recuperare
le essenze arboree, le vecchie serre e le grotte settecentesche per farle diventare spazio museale. Come ha
detto Sandrina Bandera, soprintendente e direttore della Pinacoteca di Brera,
il palazzo è destinato a raccogliere le opere
del ‘900, pittura, scultura ma anche le collezioni particolari come i piccoli autoritratti di Zavattini già
esposti a Brera o le collezioni fotografiche. Il giardino potrebbe ospitare
sculture ma anche installazioni d’arte contemporanea.
Palazzo Citterio |
Come ha sottolineato il direttore regionale
Caterina Bon Valsassina, i lavori sono molto impegnativi e non saranno certo
completati per l’Expo. Ma per il pubblico,
oltre la possibilità di visitare il cantiere di restauro, sono previsti
nel padiglione Italia dei monitor con le immagini in diretta dei lavori.
Proprio come succedeva per l’Alexander Platz di Berlino, da un’idea di Renzo
Piano.
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