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Ciotole in grès di Flò |
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Plaid Desigual |
Non si può parlare di colori di
tendenza. Da sempre. Basta pensare che quando
negli anni Ottanta furoreggiava il tutto bianco o il tutto nero, ai
limiti dell’ossessivo, Memphis proponeva
mobili e oggetti coloratissimi. Come ricorda la mostra alla Fondazione Stelline
con i pezzi di quegli anni di Ettore Sottsas, Peter Shire (v.foto), Michele De Lucchi, Matteo Thun, Nathalie Du
Pasquier, Hans Hollein, eccetera. Da
sempre toni forti convivono con tinte sommesse.
Da Meritalia, per esempio, le forme dei pezzi più
arditi spesso sono
controbilanciate da colori pacati e viceversa. Il tavolo Opera di Mario Bellini con
piano di vetro ha il sostegno simile allo scafo di una barca in legno a
colori, ma anche naturale. La rivisitazione, molto connotata,
della sedia in pelle Lierna di Achille e Pier Giacomo Castiglioni punta sulle
tonalità scure. Lo specchio a forma di
occhiali di Lapo Elkann, si concede solo il rosso, se no è nero, blu, bordeaux.
In technicolor, perché emanazione della
sua moda, la Home collection di Desigual
per la prima volta al Salone.Con piumini, plaid, tappeti. Nei toni del rosa e
del beige la riedizione della chaise
longue di Charlotte Perriand , in omaggio all'architetto, realizzata da Louis Vuitton e Cassina, in
solo 1000 pezzi. Sono coloratissimi, come tutte le sue creazioni, gli
immaginifici vasi di Gaetano Pesce . Sono in tinte indefinite e sfuggenti quelli in grès o ceramica fatti a mano di Flò. E’ un laboratorio di arte floreale
di Bologna che si occupa di allestimenti floreali, progettazione di
terrazze e serre, e ha creato una piccola, deliziosa collezione di contenitori, piatti e bicchieri.
Da segnalare una mostra di colore,
non nel senso di tinta. E’ alla Fondazione
Stelline fino all’8 giugno. Da
vedere i lavori di tre artisti milanesi di nascita o di adozione. Come Emilio
Scanavino con “Nascenza”, che racconta
la sua evoluzione e la sua sperimentazione nella scultura e nella pittura. Più
di costume e quindi di colore “Matita
& Metropoli”, a cura di Chiara Gatti,
che mette insieme le cronache a disegni
di Walter Molino, illustratore della
Domenica del Corriere, e le tempere e i pastelli di Giuseppe Coco. Molto ironici, acuti, sempre garbati, estremizzano personaggi-stereotipi della Milano
degli inizi anni ’60 e della
prima linea della metropolitana.
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