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N°21 |
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Stella Jean |
E’
difficile capire se una scenografia naturale (nel senso di non costruita per
l’occasione) di grande effetto valorizzi o invece prevarichi la qualità di una
collezione moda. A Firenze per il Pitti il problema si ripropone spesso. Le
location sono davvero singolari. Sono imponenti palazzi, giardini all’italiana
perfetti, cortili magnifici, sconosciuti ai più. Una di queste è la Biblioteca
Nazionale Centrale, scelta per la presentazione della collezione N°21 disegnata
da Alessandro Dell’Acqua. Tra i banchi ottocenteschi, circondati dagli scaffali
con volumi, su una passerella stanno una trentina di ragazzi. Difficile capire
se i capi, frutto di una ricerca accurata e di una creatività notevole
risaltano di più o di meno. I loro colori autunnali si intonano
perfettamente all’ambiente. Schermi a contrasto sui vecchi banchi
ingigantiscono i dettagli: i pantaloni stretti e un po’ corti sulla caviglia
fasciata in calze con brillantini a sorpresa e scarpe quasi da lavoro con alte suole di
gomma.
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Chiara Boni |
Nel
caso della sfilata di Chiara Boni, atteso guest di Pitti W, la location non è
particolare, ma una scenografia sontuosa riesce a mantenere “l’effetto stupore”
a cui Firenze abitua i suoi ospiti. Le ragazze, con i capelli raccolti in
chignon o nascosti in cuffiette, sfilano in una distesa di fiori con al fondo
le silhouette di insetti e piccoli animali della campagna, dalla farfalla al
girino. Portano abiti in cui si vede l’evoluzione della petite robe, da “tubino
must” a capo couture, da gran sera. Con
l’aggiunta di un volant, di una ruche, con la variazione di una spallina sola,
con un gioco di baschina in vita, con scollature inusuali. Dal nero al
bordeaux, dal rosa antico al fucsia. Molto colore, ça va sans dire, da Stella
Jean. Le fantasie etniche si mischiano e si coordinano alle lane della
tradizione maschile. Molto tweed ma anche pied-de-poule in una versione
azzurrata e casentino verde. E sullo sfondo della passerella, per il nuovo
dandy, è ricostruito un club inglese.
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