Isola d'Elba, 1960. Foto di Giorgio Strehler |
Lo stile, a differenza del coraggio secondo
Manzoni, uno se lo può dare. Di sicuro non vestendosi dalla testa ai piedi (l’orribile
total look) con pezzi firmati presi tali e quali dalla passerella e neanche con un mix di firme top. E’ un’interpretazione di capi e accessori studiati sulla propria
persona, un gioco di equilibri per cui
si riesce a mettere insieme il capo da
mercatino con il superpezzo vintage, la borsa etnica con il sandalo appena uscito da una sfilata doc. E’ qualcosa che si può imparare? Certo e la mostra-omaggio a Valentina Cortese a Palazzo Morando a Milano ( da oggi fino al
10 novembre) può essere un ottimo manuale. Si intitola, non a caso, “Valentina
Cortese. Uno stile”. Curata dalla giornalista Elisabetta Invernici e
dall’attore Antonio Zanoletti, propone
nelle settecentesche stanze , oltre ai
ritratti dell’attrice vecchi e recenti, abiti, accessori, oggetti, gioielli.
“E’ stata un’esperienza straordinaria
trovarsi di fronte a un immenso guardaroba di più di 80 pezzi, da
Capucci a Dior, da Mila Schon alle sorelle Fontana, da Ferré a Balenciaga, a
Valentino fino a Maurizio Galante” spiega
Invernici "Sono stilisti diversi tra loro ma diventano di un unico
stile, quello di Valentina Cortese. Perché lei segue dei codici precisi di
colore, di linee”. La giornalista si
dice entusiasta della capacità della diva in un guardaroba che attraversa decenni, dagli anni Quaranta a oggi, aver
sempre scelto i capi d’avanguardia. E averli interpretati, in modo che non
fossero più i pezzi di una certa maison
o griffe ma i suoi, perfetti addosso a lei. Per questo hanno preferito non scrivere i nomi degli
stilisti sotto abiti e accessori. Il rosa, colore difficile e border line con
il pacchiano, su di lei riesce a diventare chic e non stucchevole. Veste dal
caftano alla redingote. Inventa l’uso
del foulard. Ed è la prima a portare i leggings. Sdogana la pelliccia,
tagliandola a pezzi , rasandola,
coprendola di pizzo e con un ricamo appartenuto a Sarah Bernhard. ”La
difficoltà è stata quella di riuscire a rendere quel particolare
ordine-disordine, e trasmetterlo al pubblico” conclude la curatrice.Nel periodo della mostra saranno proiettati
due film, in inglese e mai
tradotti, dei 90 che Cortese ha girato fra Hollywood e Cinecittà. In uscita, in concomitanza, il libro “Valentina Cortese. 100
ritratti”(Skira editore). Curato da Elisabetta Invernici, su progetto di
Antonio Zanoletti, raccoglie foto
dell’attrice, del passato e attuali, scattate da Giovanni Gastel,
scritti inediti di Giorgio Strehler e Paola Borboni. Con i contributi di Franco Zeffirelli, Antonio
Calbi, Giulia Lazzarini, Piera degli Esposti, Carla Fracci e Beppe Menegatti,
Flavio Caroli.Per informazioni:c.palazzomorando@comune.milano.it
Nessun commento:
Posta un commento