Centodiciotto scienziati lavorano nella ricerca alla
Transitions Optical di Tampa, Florida.
L’azienda non produce montature e nemmeno lenti. Si occupa
esclusivamente del trattamento di
queste ultime. I suoi clienti sono i più importanti nomi dell’ottica internazionale.
Nata circa venti anni fa è
diventata nel giro di poco tempo leader
del settore. E’ proprietaria di ben 80 brevetti che proteggono le sue “scoperte”. E ha un
fatturato in continua crescita. Persino nei momenti di crisi, anche se basso,
si è registrato un incremento delle vendite. Il fiore all’occhiello è Transitions Signature, lenti definite dinamiche, perché a seconda
della luce cambiano colore. Proteggono ma permettono anche di vedere i colori nella loro forma più autentica.
Le ultime Transitions Signature VII sono
state create sulla base di una nuova tecnologia
chiamata Chromea 7, su cui gli scienziati hanno lavorato l’equivalente
di 100 anni di vita. E’ una struttura molecolare che può provocare da 5 a 10
reazioni chimiche indipendenti. Le lenti sono disponibili in due tonalità
iniziali: grigie per far emergere i
colori reali, marrone per evidenziare maggiormente i contrasti.
Per la prima volta i test non sono stati fatti, come al
solito, in laboratorio, ma in giro per il mondo. Un certo numero di lenti montate su
occhiali hanno viaggiato attraverso due
continenti e poi sono state esposte all’aperto, in diverse condizioni
climatiche, su manichini. Si sono sperimentati i 40 gradi di calore dell’estate
in Arizona, il freddo ben sotto lo zero degli inverni del Minnesota e poi la Pennsylvania, la Florida, of course,
e l’Europa. Le lenti sono state in
Irlanda, a Berlino, a Roma e a Parigi.
Qui sono salite sui tetti di un palazzo per un quasi faccia a faccia con la
Tour Eiffel. Risultato: comportamento
ineccepibile, all’altezza delle aspettative di un prodotto che pare
abbia il 95% del gradimento da parte dei suoi utenti finali.
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