Basharatyan V. |
A chiudere
la settimana della moda milanese due stilisti stranieri e quattro emergenti. Una
ventata di internazionalità e attenzione
al futuro che non può che fare del bene.
Il russo Sergei Grinko, ormai un habitué delle
passerelle di Milano, si è ispirato a “Solaris” romanzo cult di fantascienza,
tradotto sul grande schermo ben due volte. Per i digiuni in materia, riferimenti
riconoscibili solo la scelta della musica e il colore azzurro dei “misteriosi
oceani pensanti”. Spesso unito al bianco
per capi con tagli geometrici, di grande leggerezza, con
pieghe e inserti, molto di tendenza in questa stagione. Unica alternativa il verde smeraldo anche per
la tuta, altro pezzo ricorrente del momento.
Laurea in Economia a Mosca, origini
armene-iraniane, ma di stanza a Londra, dove ha studiato al Saint Martins
College of Art, Veronica Basharatyan immagina una surreale principessa
siberiana, che si muove tra i ghiacciai. Curiosamente o
casualmente le modelle sono pettinate come la sfortunata Julija Timoschenko. Fil
rouge della collezione proprio un filo,
non rosso e di seta, intrecciato a
formare una “pelliccia estiva” per gilet, abiti, gonne, inserti vari. I colori vanno
dal bianco assoluto al crema al beige, fino al blu mirtillo della tuta in seta
con drappeggio.
Moi Multiple |
Per Nude, New Upcoming Designers, sostenuti dalla
Camera della Moda, hanno sfilato quattro emergenti. Collezioni con idee e
spunti, ma anche di vestibilità
probabile. Caratteristica spesso tenuta in secondo piano rispetto alla vena
creativa.
Mauro Gasperi guarda alla campagna e ai suoi
colori, ma non perde di vista una certa razionalità e pulizia di linee. Tra i
pezzi più interessanti, la giacca-camicia a righe verticali, quasi regimental.
Unico neo l’insistenza del fazzoletto in testa a ribadire il country look.
Alberto Zambelli per Archivio Privato punta sulla
fluidità. Movimenta con inserti ramati e arancioni veli e
drappeggi sui toni del beige. D’effetto
il lungo nero con una sola spallina dietro metallizzata rame. Un po’ inutili
certi accentuati nude look.
Molti temi, forse anche troppi nella collezione Moi
Multiple disegnata da Anna Francesca Ceccon. Ma probabilmente giustificati
dall’obiettivo di rivolgersi a più donne, come dice il marchio. Pezzoforte la
serie in bianco e nero con grafismi déco.
Ottima ricerca di materiali e tagli sartoriali da Francesca Liberatore, ma un
eccessivo intellettualismo nel voler a
tutti i costi dare un messaggio. Stampe con le foto surrealiste di Claude Cahun
e un occhio alle divise vietnamite. Da segnalare la tuta verde militare con
fascia-cintura bordeaux.
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