Un’esplosione di colori, piacevolmente "raddoppiata" dalla cornice di un piccolo, accogliente giardino. Cavia (nome di fantasia per raccontare la voglia di sperimentare)sceglie per presentare la collezione il dehors del ristorante Giacomo. Perfetta location, anche perché la designer Martina Boero si ispira alla vita di tutti i giorni e in particolare al momento della tavola. Ecco quindi il quadrettato delle tovaglie per il miniabito con ampio collo e la brassière da abbinare ai jeans, ma anche le stampe con i servizi da tavola della nonna (foto qui in basso). Grande uso dell’uncinetto per la maglieria tutta in filati riciclati e con nastri a sorpresa. Ai piedi alcune modelle indossano calzature create in collaborazione con Crocs con applicazioni di frutta e fiori.
Come sempre da Hui, un habitué della Milano Fashion Week, la Cina incontra l’Europa, ed ecco la pulizia delle linee dell’Occidente per tessuti e stampe orientali e viceversa. La camicia Oxford si sposa con il lungo mantello in seta con caratteri cinesi (foto al centro). La trasparenza (tendenza di stagione) è interrotta da ricami in 3D. Top e bluse in tulle, con volants e applicazioni si accompagnano a jeans a zampa d’elefante. Tutto fresco e portabilissimo. Ancora un cinese in passerella in uno dei saloni della Stazione Centrale. E’ Septwolves, brand di Fujian nella Cina occidentale, nato nel 1990, che conta ben 1800 negozi e 500 corner. Amatissimo dall'attore Adrien Brody, da tre stagioni sfila a Milano con l’uomo e arriva questa volta con qualche uscita femminile. Per lui giubbotti, giacche, parka con cappuccio. Molto bianco, ma con stampe argentate. Sexy le proposte per lei: spencer asimmetrici, giacche corte con elastico a sottolineare la vita, gonne fascianti con spacco vertiginoso, abiti neri trasparenti illuminati da cristalli (foto in basso). Molti gli occhiali, produzione del brand, in acetato e titanio, anche a LED e luminosi. In linea il face to face moda cinese e moda italiana in Galleria Meravigli, seguito da show. Focus: come raccontare e comunicare lo stile cinese. Dalla Cina alla Palestina. Presentato oggi sotto il porticato di Palazzo Giureconsulti, hub di Camera della moda, Trashy Clothing, brand palestinese dei due giovani direttori creativi Omar Braika e Shukri Lawrence. Per una vera sostenibilità, utilizzano tessuti di scarto e campionature digitali per una moda che definiscono di “lusso anti-lusso”.
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