La mostra aprirà, Covid permettendo, il 27 marzo, ma nel frattempo vale la pena visitare il luogo. In piena sicurezza, dato che il Museo Nivola è all’interno di un parco. Si parla di Orani, paese di neanche 3mila abitanti nel cuore della Barbagia. Qui nel 1911 nacque Costantino Nivola, uno dei più grandi scultori italiani dell’ultimo secolo. A lui è stato dedicato nel 1995, a sette anni dalla morte, un museo ricavato, a opera di Peter Chermayeff e Umberto Floris, dall’antico lavatoio pubblico che, per capriate e proporzioni, ricorda una chiesa. Oltre alla collezione permanente, con più di duecento opere dell’artista tra sculture, dipinti, disegni, ospita mostre temporanee, per lo più centrate sul rapporto tra arte, architettura, paesaggio. Proprio in memoria di Nivola che, esponente del modernismo, lavorò a stretto contatto con grandi architetti. Famoso l’intervento, ora si chiamerebbe site specific, negli anni‘50 nel negozio Olivetti sulla Fifth Avenue a New York, realizzato dallo studio BBPR, i progettisti della Torre Velasca di Milano. L’ultima mostra, interrotta per il passaggio della Sardegna a zona arancione, proponeva un’ installazione dell’inglese Sarah Entwistle con un percorso poetico tra materiali e oggetti di cui vari presi dall’archivio del nonno architetto. Mentre dal 27 marzo fino al 13 giugno è in scena il progetto site specific di Peter Halley uno dei massimi esponenti del concettualismo americano. E’ un’interessante metafora della nostra società giocata sul dualismo circolazione e chiusura. Per cui l’artista ha creato delle stanze virtuali rivestendo le pareti con composizioni geometriche dai colori fluo, in netto contrasto con il bianco abbagliante dei muri nel cortile e degli edifici intorno. A questa mostra seguirà una personale della scultrice iraniana Nairy Baghramian che si confronta con le opere di Nivola. Il programma si conclude in autunno con gli interventi site specific di Daniel Buren, padre dell’arte concettuale storica. In contemporanea il progetto Restare fermo con le foto di tre giovani, Valeria Cherchi, Paolo Ciriega, Vittorio Mortarotti, sul tema di isolamento e solitudine,
ma anche della rigenerazione attraverso la crisi. In cantiere, con il comune di Sarule, il progetto-dialogo con gli artigiani sui tempi dell’artigianato, solo apparentemente più lunghi di quelli dell’industria che deve considerare le fasi di commercializzazione e distribuzione. Parte, affidato a Stefano Boeri, anche il Pergola Village, progetto di rigenerazione urbana, pensato da Nivola e mai attuato, per unire le case del paese con pergole di vite.