martedì 7 dicembre 2021

MISTERI A BORGO

I motivi che invogliano e quindi consigliano la lettura di L’Album di famiglia di Valentina Olivastri sono svariati. Tanto da poter essere inquadrato in diverse tipologie di romanzo. Ci sono le descrizioni dei luoghi, dove emergono il poetico e una scrittura classica inappuntabile. C’è il giallo sfiorato che cattura l’attenzione. Ci sono i personaggi di un’apparente normalità, ma tratteggiati in sfumature a sorpresa e resi freschi e contemporanei dai dialoghi, ben conditi da espressioni tipiche fra la parlata umbra e quella toscana.  


Tutto si svolge, infatti, nell’inesistente paese di Borgo,“un microcosmo per un microtempo”, ha spiegato l’autrice, alla presentazione del libro, collegata in streaming da Oxford, dove vive ed è Principal Library Assistant della biblioteca dell’Università. Dato che Borgo ha vari punti in comune con Cortona, suo paese natale, e considerando che il racconto è in prima persona, vien facile pensare a un romanzo autobiografico. Che invece non è. Da Cortona, certo, Borgo ha preso molto, ma il nome è un omaggio a Piazza d’Italia di Antonio Tabucchi e la splendida vista da una finestra è “presa in prestito” dal paese di Radicondoli, nel senese. “La scrittura è ricordare” sostiene Olivastri. E i cenni e i ricordi sono molti. A cominciare dai numerosi accenni al cibo come un piacere.  Non ci sono ricette ma s’individua il gusto per la cucina tradizionale  tanto da farla diventare “un collante fra amici nuovi e vecchi”. Ed è in questa atmosfera, fra un invito a cena e due chiacchiere al bar, che dalla banale scoperta di un vecchio album, emerge una storia che rivolta completamente le supposizioni, le concezioni, i pareri che da anni erano uno dei soggetti preferiti di conversazione.  Con uno straordinario colpo di scena. 

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