Un
pregio, per molti non il solo, del film la Passione di Cristo di Mel Gibson, è
l’aver fatto conoscere al mondo Matera.
E per mondo si intende anche moltissimi italiani. Dire che è una città
unica è vero, ma riduttivo. Non basta sapere che è Patrimonio Unesco dal 1993.
Che abbia una lunga storia da raccontare non è elemento che fa la differenza in
Italia. Potrebbe essere definita una città assoluta, slegata rispetto al
contesto dove è situata, eppure nello stesso tempo rappresentativa della
cultura del Paese. Si può non amarla, ma riesce impossibile restarne
indifferenti. Incuriosisce, intriga, stupisce, impaurisce. E’ difficile da
capire. Deve essere studiata, interpretata, svelata. La sua storia è iniziata
ere geologiche fa, eppure ancora
cinquanta anni fa era una città del passato. Come lo dimostra una delle tante case scavate nei sassi,
lasciata così come era nel 1957. Matera va vista con una guida certo, ma è
anche piacevole avere la
sensazione di scoprirla da soli. Ottima in questo senso l’iniziativa Matera
città narrata, (www.materacittanarrata.it) presentata il 18 dicembre scorso.
Alla sua realizzazione hanno lavorato storici e ricercatori per due anni e
mezzo. E’ un progetto di comunicazione culturale integrato, per accompagnare il
visitatore. Disponibile in italiano, inglese e tedesco. Comprende 31 siti descritti nei
dettagli, sei itinerari attraverso i punti e i monumenti più importanti. Ci
sono ricostruzioni in 3D della
città nelle sue otto fasi cronologiche: dal Pliocene superiore e il Pleistocene
Calabriano, fino al Periodo Tardo-Ottocentesco e ai giorni nostri. Coinvolti
con le loro testimonianze 17 personaggi
famosi e 26 abitanti di cui 5 bambini. In tutto 84 video, 67 colonne
sonore e 9 ricostruzioni in 3 D, fruibili sul computer, lo smartphone,
l’I-phone ecc.
lunedì 31 dicembre 2012
venerdì 28 dicembre 2012
UNO, DIECI, CENTO, MILLE OLIVER
Un momento dello spettacolo (foto Max Valle) |
Raccontare
trecento pagine in un’ora e mezzo. Una bella sfida, ma non la sola di “Oliver Twist” portato al teatro Duse di
Genova dalla Compagnia del Suq, in collaborazione con il Teatro Stabile di
Genova. La vera sfida è quella di aver dato attualità e un messaggio efficace a
un’opera che, anche se con un tema sociale, ha comunque quasi due secoli (Quest’anno
si celebra il bicentenario della nascita di Charles Dickens). Il merito e la
riuscita dello spettacolo si devono sicuramente all’aver messo insieme varie
forme di rappresentazione. Dal teatro parlato alla narrazione, dal canto e i cori
al teatro di ombre, capace di dare
una connotazione fiabesca, ma anche di smorzare i toni accentuati, un po’
barocchi in una rivisitazione contemporanea.
In
scena Carla Peirolero, direttore della compagnia del Suq, molto convincente in
diversi e anche antitetici ruoli femminili. Enrico Campanati, regista dello
spettacolo, perfetto come odioso Fagin e in altre figure maschili e Roberta
Alloisio, ottima cantante e commuovente Nancy. Ad accompagnare recita e
narrazione la musica dal vivo di Cesare Grossi, Mauro Sabbione e Marcello
Liguori.
E
poi i bambini del progetto educativo il Formicaio. Di svariati Paesi, ballano,
cantano, saltano e danno tutti il volto a Oliver Twist. Per dimostrare che le
ingiustizie sociali, il problema dei bambini maltrattati e del lavoro minorile esiste ancora nel mondo. E
non si può ignorarlo.
Lo
spettacolo, iniziato ieri, prosegue fino al 29 alle 20,30, domenica 30 alle ore
16. Lunedì 31 alle 20,30. Con brindisi e buffet dalle ore 23 nel salone dell’
ex piccolo Cottolengo di Don Orione a due passi dal teatro Duse. Ottimo modo
per festeggiare l’anno nuovo. (www.suqgenova.it)
giovedì 27 dicembre 2012
TENTAZIONI
Abito Versace (Jacassi) |
E’vintage, ma con una connotazione negativa, ripetere
che tutto quello che è connesso
con il vintage non fa più notizia ed è superato. Anche perché sicuramente può
incuriosire l’iniziativa del 28 e 29 dicembre a Saint Vincent, in Val d’Aosta,
nei sontuosi saloni del Parc Hotel Billia, indirizzo deputato dei soggiorni
termali Belle Epoque. Forse un
filo pomposamente intitolata Moments of Glory, la Luxury Vintage Showroom vede
raccolta una grande varietà di pezzi provenienti dai migliori nomi del
collezionismo “datato”. Da Franco Jacassi a Tara, da Viola ad Arte & Viaggi,
da Cappi a Regina, da Casta Diva a Venturini per i gioielli. Proposte che
raccontano la moda e l’eleganza dagli anni Cinquanta ai Novanta. Con qualche
flash più remoto come la toilette da gran sera di Chanel anni Venti o i più
recenti pezzi delle griffe internazionali after Duemila di Regina Vintage. E tutto è in vendita, con prezzi che
vanno dai 70 agli 8 mila euro.
Qualche esempio? Le indimenticabili borse in velluto di
Roberta di Camerino, le inconfondibili Gucci con fascia bicolore e G, degli
anni Sessanta, le must di Fendi di
qualche anno dopo. Accessori in
pelle, molti in coccodrillo o in rettile, di Hermès, alcuni dei quali
catalogati anche al Museo della borsa di Amsterdam. L’ abito della serie lamé
di Versace anni Ottanta, assolutamente attuale. E poi gioielli di Givenchy e Dior, bijoux americani degli anni
Cinquanta.
Da vedere anche i manichini d’epoca restaurati e messi a
disposizione dalla Bottega del Restauro di Roberto Tatti. Per l’operazione
charity a favore della ricostruzione del
distretto modenese colpito dal terremoto.
giovedì 20 dicembre 2012
T.D.LEMON...NOVECENTO
Chi ha amato il libro si esalterà,
chi non l’ha letto se lo procurerà al più presto e lo leggerà. E chi ha visto il film “La
leggenda del pianista sull’Oceano” di
Giuseppe Tornatore sarà portato inevitabilmente a fare dei confronti. Sì, perché “Novecento” di Alessandro Baricco,
è diventato anche un pezzo di teatro e di grande teatro. A portarlo in scena in spazi privati o
semiprivati (ovviamente solo su invito) Cinzia Damassa attrice per passione,
non per professione. Difficile definire cosa deve essere il teatro, ma se vuole
essere “solo” intrattenimento , questo spettacolo lo è , ma con l’
optional di dare emozioni. Per
chi non conosce il testo di
Baricco è la storia di Danny Boodman
T.D.Lemon Novecento, eccezionale pianista autodidatta, nato sul transatlantico
Virginian e mai sceso a terra.
Cinzia Damassa recita Novecento |
Il racconto è talmente incisivo
che ci si dimentica che sulla scena c’è solo un tavolo e un piccolo baule. Si
rivede, come fossero davanti ai propri occhi, i saloni della nave, i
macchinisti giù nelle stive, il capitano, i viaggiatori di prima classe un po’
ridicoli e quelli, più simpatici, di terza classe. E naturalmente l’orchestra dove suona lui, Novecento. E si riesce a vederlo con
quella sua aria un po’ surreale e fragile. Anzi si finisce per innamorarsi di
lui, della sua ingenuità e dolcezza, di quella incredibile capacità di descrivere posti nel mondo dove non è mai stato, ma di cui conosce anche gli odori. Ti suscita allegria, gioia, compassione. Ti fa ridere e
ti fa piangere.
A raccontare la storia nel libro è il trombettista, un
uomo. Nel pezzo teatrale è una donna
, ma è
così convincente e così abile nel
centrare l’attenzione su Novecento, che nonostante la notevole presenza fisica, diventa un io
narrante assoluto e senza sesso.
Ci auguriamo che il pezzo venga
replicato tante volte ancora, e non per
un riconoscimento alla bravura dell’interprete, ma per il piacere del pubblico
di vederlo, o anche di rivederlo.
mercoledì 19 dicembre 2012
DONI MOBILI
Per cani e gatti non si sente la crisi. Secondo un importante quotidiano, a Milano si
è speso nei regali per quattrozampe l’8% in più del 2011. Non solo cappotti,
guinzagli, ma anche maschere di bellezza per il pelo, trasportini design,
scarponcini, tiragraffi in velluto zebrato per i felini di casa, simil-porte-enfant in seta trapuntata.
Gatto Pablo (foto Giovanna Dal Magro) |
Addirittura dal 14 al 16 dicembre
è stato creato un Temporary Store per lo
shopping animale, con eventi annessi. Dal Christmas Cocktail al Love Party, al
Brunch, tutto per un pubblico a sei zampe(cane e padrone). In vendita da biscotti
e cibi
ricercati ad “abitini”, si proprio abitini . Non certo per le taglie
forti tipo mastino napoletano o pastore tedesco. E in più uno spazio dedicato alla solidarietà per
sostenere l’attività delle associazioni Gaia Italia e Diamoci la zampa, a
favore degli animali meno fortunati.
Certo non basta a giustificare o
bilanciare delle mode un po’ demenziali. Almeno non tutte.
I tiragraffi, per esempio, sono
indispensabili al gatto per farsi le unghie senza demolire i divani di casa e
gli scarponcini non sono una frivolezza
modaiola, ma proteggono le zampe dai
tagli che può provocare il sale, sparso
sui marciapiedi in caso di neve e gelo.
Comunque meglio un regalo per un
animale, che regalare un animale. Ogni anno a Natale si registra un’impennata
nell’acquisto di cani e gatti. E i casi
di yorkshire e chihuahua ritrovati con fiocco rosso al collo dentro il bidone della
spazzatura, il 26 di dicembre, non sono fantascienza, ma realtà. Come
l’episodio della signora incerta se
farsi regalare dal marito la borsa di
Prada o il carlino. E poi, optato per il cucciolo, avere deciso il 27 dicembre,
al momento di partire per la montagna, che la borsa è meno impegnativa e
accessoria di più e che la bestiola poteva tornarsene nel negozio, dove era
stata presa. Non si può regalare un cane o un gatto a qualcuno se non si è
sicuri che questo qualcuno lo vuole proprio e può assumersene la
responsabilità. Niente quindi sorprese. Perché un animale non può essere
portato indietro mostrando lo scontrino. E se invece qualcuno vuole davvero un
cane, la cosa migliore è regalargliene uno di quelli che vivono nei canili o
nei gattili. Di sicuro lo apprezzerà e non perché è un cane o un gatto di
tendenza. A questo proposito è iniziata il 17 dicembre una campagna dell’OIPA
contro l’acquisto di animali, in particolare a Natale, e a favore delle
adozioni dei rifugi. Tra i sostenitori vari personaggi della TV , come Rita Dalla Chiesa, Enzo Iacchetti,
Marco Berry, Massimo Wertmuller. Colpevolizzante ma incisivo il messaggio: per
ogni animale comprato, un altro muore solo in una gabbia.
martedì 18 dicembre 2012
AI NOSTRI PIEDI
Lady di Alberto Moretti |
Non si regalano fazzoletti ( e chi li regala, anzi chi li usa
più?) perché portano lacrime. Non si regalano spille perché portano…forse
semplicemente pungono. Non si regolano coltelli perché portano discordia… Non
si regalano pettini… Nonne e bisnonne potrebbero prolungare l’elenco, peraltro totalmente privo di
interesse. Le scarpe non rientrano nella
lista, eppure sono l’oggetto meno “regalabile” che ci sia. E non per
motivi di gusto. Si può conoscere benissimo una persona, modo di vestire, stile
di vita, idee politiche, allergie,
debolezze, oscure perversioni, miserie, splendori, anche numero di scarpe, ma difficilmente si
imbroccherà il modello giusto. E allora
in tempi di regali parliamo di non regali, appunto di scarpe. Ma non in
generale, ma di quelle legate al momento: feste e balli con un flash su grande freddo per il
tradizionale Natale in montagna. Ecco allora la proposta di Desigual: scomparso
dopo il boom del tecnologico, delle fibre impossibili, delle suole ingegneristiche, ritorna con passo felpato, ma
deciso, il moon boot. E quello del marchio spagnolo è in tessuto stampato
ipercolorato con stringhe turchesi.
Stringata di A.Testoni |
Per la sera ce n’è per tutti i
gusti. Per la fedele della ballerina, ecco le variazioni sul tema di Anniel. Sono
leggerissime, soffici, ovviamente basse, ma stringate.In pellami laminati e
tessuti glitter, per splendere nelle notti di festa. Pavé di borchie anche per
la ballerina di Guido Pasquali,pecora nera in mezzo a miniboot con tacco a
stiletto e a sandali-gabbia in cristalli Swarovski con piume. Fantasia al
potere anche da Alberto Guardiani. La sua Flutterby è una decolleté in camoscio
rosso, con profili oro, e al posto del tacco ha ali di farfalla, per un dio
Mercurio al femminile. Anche Alberto Moretti trasforma il tacco della decolleté Lady. Diventano due gambe molto
sexy complete di lato B, dorate per la
versione in velluto nero, in vernice nera per la versione tempestata di
cristalli. Santoni, per le pari opportunità, non trascura il maschio e presenta
tre modelli per lui e tre modelli per lei. Sono mocassini, stringate, ballerine, nobilitate dai preziosi
tessuti Rubelli in cui sono realizzate. Amedeo Testoni non tradisce il suo spirito understatement e per l’uomo elegante
crea una stringata, in edizione limitata natalizia, di vitello spazzolato nero
con dettagli fatti a mano e, a sorpresa, interno in cashmere rosso. Anche Jimmy
Choo non si smentisce e a lui in smoking consiglia mocassini in vernice nera
con fiocco, slipper damascate e basket
in coccodrillo o in pelle metallizzata stampa zebra.
domenica 16 dicembre 2012
NATALE : VARIAZIONI SUL TEMA
Il presepe sì, ma senza bue e asinello. Non è la
pubblicità di una caldaia o di un
termoconvettore di ultima
generazione. E’ una forma di protesta che prevede anche pastorelli senza pecore. E’ stata lanciata dall’AIDAA, Associazione Italiana Difesa Animali e
Ambiente, per contestare l’uccisione di oltre 680mila animali ogni anno
in Italia per esperimenti di vivisezione. L’associazione invita chiunque a inviare la foto del proprio presepe senza animali (presidenza.aidaa@gmail.com) e metterla sulla pagina di Facebook. Le foto saranno spedite il giorno di Natale
al Papa, per ricordare alla Chiesa la sua indifferenza di fronte al massacro
(nel mondo sono oltre 10 milioni gli animali torturati).
Missoni |
Fratelli Rossetti |
“Famolo strano” anche per l’albero.
Sono quelli creati dagli stilisti. In chiffon rosso fuoco da Ermanno Scervino. Fatto di tanti cuscini da Missoni.
Ispirato al Burlesque da Gattinoni. In carta velina e nastri, con il logo della
maison, dai Fratelli Rossetti. Rami trovati sulla spiaggia
assemblati da abili artigiani e decorati con palle in plexiglass per “l’albero
di Natale che viene dal mare” di Massimo Rebecchi. I primi alberi sono stati
venduti, dal 7 all’11 dicembre, nello spazio Fendi di Via Bergognona a Roma.
Gli altri sono fino a Natale presso la Città del Gusto, sempre della Capitale.
Il ricavato è destinato a un progetto di ricostruzione legato al territorio
emiliano.
Il Guinness dei Primati per il più
alto albero di Natale spetta a Gubbio, tanto che il Park Hotel dei Cappuccini
propone week end “Regalo sotto l’albero”. Mentre la palma del più tecnologico
va a Lisbona. E’ un’installazione di 28 metri dell’artista portoghese Leonel
Moura in Praça do Restauradores, decorata con le parole, i video, le immagini di quello che succede intorno. E
di cui tutti possono quindi diventare comparse per qualche secondo.
Il più grande calendario
dell’avvento è invece a Milano, in Piazza Duomo, ideato da Austria Turismo. Dal
1° dicembre intorno alle 18 ogni giorno si apre una finestra nel palazzo sul lato destro di chi guarda il
Duomo, e un nuovo musicista dei Pomeriggi Musicali o un giovane strumentista si
affaccia e suona, aggiungendosi agli altri. Fino alla notte del 24 quando tutte
le finestre saranno aperte e ci sarà un concerto di 24 musicisti. Ovviamente
con brani natalizi tra cui “Stille Nacht”, eseguita la prima volta a
Salisburgo.